di Paolo Stefanato
Jean Cyril Spinetta, che come presidente di Air France-Klm è il primo azionista di Alitalia, ha dichiarato di essersi ritirato dalla gara per lacquisizione della compagnia, un anno fa, per colpa dei sindacati e del greggio. Nessuna accusa retroattiva, invece, alla politica: acqua passata, si guarda avanti. Intanto a Roma continuano ad arrivare manager parigini, e si cerca di portare a regime un rilancio che, a tre mesi e mezzo dallavvio, appare ancora complicato. E che la clientela avverte con disagi diffusi. La puntualità, per esempio. Vito Riggio, che come presidente dellEnac vigila sul trasporto aereo italiano, ha accusato lAlitalia di non rispettare gli orari tre volte su dieci; la compagnia ammette che ad aprile solo il 66-67% dei voli ha spaccato il minuto, poi il dato è risalito al 70%. Le cronache registrano a macchia di leopardo casi di viaggiatori un po inviperiti, un po rassegnati; quasi per una legge democratica, i disservizi non guardano in faccia nessuno e colpiscono - in maniera bipartisan - anche personaggi del calibro di Roberto Formigoni e di Dario Franceschini. I ritardi sono provocati soprattutto da inefficienze nelle rotazioni degli aerei e degli equipaggi. Visto che i collegamenti sono organizzati in una rete, è inevitabile che nel corso delle ore si amplifichino fino a quando la cancellazione di un volo non permette di riportare la situazione in pari. Secondo i dati di Era (European regions airline association), i voli della vecchia Alitalia nel 2008, in piena bufera, erano puntuali all88,2%, tra i migliori in Europa.
Disagi ai passeggeri derivano anche dal fatto che Alitalia e Air One sono ancora due entità autonome, e i rispettivi software non sono ancora integrati. Chi patisce un disservizio, se può, cambia compagnia, ma visto che Alitalia, almeno sulla tratta Milano-Roma, è monopolista, viaggia in treno. Concorrenza questa che ha costretto la compagnia ad adottare alcuni accorgimenti per migliorare il servizio, tra cui quelli tariffari tesi a scoraggiare lacquisto di una singola tratta (per molti sarebbe comodo andare in aereo e tornare in treno, ma così diventa troppo costoso).
Loccupazione dei velivoli è un altro elemento spinoso. Secondo il presidente Roberto Colaninno, il fattore di riempimento è al 65-66%, prossimo al pareggio; ma 14 mesi fa, prima del definitivo avvitamento, segnava 76%. Da gennaio, ovvero dal decollo della «nuova» Alitalia, non vengono nemmeno più comunicati i dati statistico-economici allAea, lassociazione delle compagnie europee. Trattandosi di unassociazione, non vi è alcun obbligo né di fornire i dati, né, a monte, di appartenervi; del resto Alitalia non fa più parte nemmeno di Assaereo, lassociazione che riunisce i vettori italiani. Il dato sul riempimento degli aerei per essere davvero indicativo andrebbe incrociato con lo yield, ovvero con il ricavo medio per passeggero: più le tariffe sono alte, più laereo può volare vuoto, e viceversa.
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