La giustizia italiana, quando vuole, sa essere, anche al di là della legge, incredibilmente rapida. Anche questa è una manifestazione di volontà politica.
Non appena la Corte di giustizia europea ha affermato che non è possibile configurare il reato di immigrazione clandestina le toghe di Milano hanno deciso di scarcerare circa 200 irregolari che dovevano rispondere appunto di quel reato. Il «partito dei giudici» non è più europeista degli altri, ad esempio non avverte la volontà dellEuropa quando consiglia la divisione delle carriere fra giudicanti e pubblici ministeri. No, il partito delle toghe è soltanto tempista e opportunista e sfrutta ogni pretesto per svolgere la sua funzione che è quella di contrastare governo e Parlamento sempre e comunque.
La decisione dellEuropa è una direttiva alla quale tutti i Paesi membri sono esortati ad uniformarsi, ma non è una sentenza immediatamente esecutiva alla quale i magistrati possano senza indugi dar seguito. È necessario, per applicarla, che ogni singolo Paese vi si adegui con gli opportuni adeguamenti legislativi.
In verità, il «partito dei giudici» è la più forte formazione dopposizione, che usa il suo potere anche al di là della lettera e dello spirito della Costituzione, tante volte citata e tante volte ignorata.
Il messaggio che i magistrati hanno lanciato è diretto a destinatari diversi: ai disperati che sfidano il mare sembra dire: venite, venite in Italia, tanto le leggi si interpretano e si possono agevolmente aggirare.
Agli italiani dice: eleggete pure chi volete, tanto governo e Parlamento non potranno decidere nulla senza la nostra preventiva approvazione. È unaltra sfida che lordine giudiziario lancia ai poteri dello Stato in una visione sgangherata degli equilibri istituzionali.
I clandestini scarcerati si diluiranno nel territorio nazionale con la quasi certezza che nessuno potrà controllarli o rispedirli a casa. Cè un magistrato nel loro futuro.
Nei giorni scorsi, quando più aspra era la polemica sul «processo breve», lAssociazione nazionale magistrati ha emesso una nota in cui accusava il governo e la maggioranza di essersi arresi alla criminalità. Ma le ultime scarcerazioni dimostrano che è proprio il «partito dei giudici», nellansia di screditare lesecutivo, che osteggia, ignora o scardina tutti i provvedimenti dellesecutivo vagliati e approvati dal Parlamento.
È questo che mina la fiducia dei cittadini e dà limpressione che il nostro sia un Paese sbracato e imbelle, pronto ad essere invaso con la complicità di una parte della classe dirigente.
Le toghe über alles, gli irregolari in libertà, i cittadini stupefatti e increduli, in questa Italia che agli inizi del terzo millennio soffre le conseguenze del corporativismo, come nei secoli bui.
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