Il fatto è che la Rai naviga da troppo tempo in un vuoto di potere. Imbrigliata e pachidermica, come un gigante che non riesce a svincolarsi dai mille veti incrociati della politica e delle burocrazie che ne zavorrano ogni movimento. In sostanza, non ha un capo, un timoniere, un vero editore. È acefala. Se siamo in questa situazione, dobbiamo ringraziare Antonio Di Pietro per il suo incaponimento su Leoluca Orlando come candidato alla presidenza della Vigilanza che ne ha congelato il rinnovo e che, di conseguenza, ha impantanato tutta la dirigenza, dal CdA, scaduto da sette mesi, al presidente e al direttore generale, ormai mummificati dentro il palazzone del cavallo morente.
In unazienda in queste condizioni, in una Rai troppo mamma e poco papà, come in una casa dovè assente la figura maschile e la madre è troppo tenera, può succedere che i figli facciano quello che vogliono, non rispettino regole e orari, mettano i piedi sul tavolo. Oppure, semplicemente, se ne vadano.
Prendete il caso fresco fresco di Fiorello. Mediaset lo corteggia da anni, lo considera un suo figlio, è nato lì con il karaoke, gli ha fatto ponti doro. Prima o poi tornerà, pensano i capi di Cologno Monzese. Non a caso, uscendo da Palazzo Grazioli, lo stesso Fiorello ha detto di aver fatto «una visita di cortesia ad un vecchio datore di lavoro». Ma la Rai che ce laveva in casa? Niente, se lè lasciato scippare da Sky: «Mi auguro che Fiorello faccia come Kakà», ha auspicato il direttore generale Claudio Cappon, più patetico che velleitario dopo aver ammesso che tra Fiorello e la Rai non cera «nessuna trattativa». Avete capito bene, nessuna trattativa: né per la radio, né per la tv. Addirittura, quando un anno fa andò su Raiuno con la striscia dopo il tg di VivaRadio... 2 minuti, lartista si era sentito poco protetto dallazienda. Fino a mandare ripetuti segnali di irrequietezza. Caduti nel vuoto.
E Chiambretti? Prima di passare a Mediaset aveva atteso una proposta da Viale Mazzini. Colloqui, mezze idee, come quella di condurre Affari tuoi su Raiuno? Mah. Quanto alle altre reti, può succedere di trovare lintesa con un direttore che poi, al momento di andare in onda, non cè più. Così, anche Pierino è transitato da La7 a Italia 1 senza passare dal Via.
Nellanarchia imperante, insieme a quelli che evadono o sgusciano di mano, ci sono quelli che imperversano, sfrenati. Come Santoro che, da grande giornalista qual è, scuote lAuditel ma anche gli ospiti sgraditi, mentre da mesi e mesi fa da megafono al dipietrismo più populista.
Gli esempi potrebbero proseguire con il caso di Rai Fiction, a lungo senza direttore dopo lautosospensione di Agostino Saccà, poi passata sotto le cure ad interim di Fabrizio Del Noce.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.