Il commento Settanta Ambrogini Ma qual è la logica?

Siccome fra i 70 (settanta!) destinatari dell’Ambrogino d'oro - l’onorificenza milanese comunque più prestigiosa e ambita - anche quest’anno ho trovato nomi che mi hanno lasciato quanto meno perplesso, mi sono chiesto: «Ma insomma, quali sono i criteri per l’assegnazione?». Per rispondermi ho fatto una cosa molto semplice, sono andato a leggermi il «Regolamento per la concessione delle civiche benemerenze» approvato dal Consiglio comunale nel ’98 e modificato nel ’99. E ho scoperto che, come immaginavo, il riconoscimento andrebbe assegnato a quanti «abbiano in qualsiasi modo giovato a Milano, sia rendendone più alto il prestigio attraverso la loro personale virtù, sia servendone con disinteressata dedizione le singole istituzioni». Bene. Giusto.

Ma allora le mie perplessità si amplificano, perché mi chiedo, ad esempio: in che modo ha «giovato a Milano rendendone più alto il prestigio» il piemontese patron di Slow Food Carlin Petrini, teorico dell’alimentazione naturale e a chilometro zero? E, con tutto il rispetto, cosa ha portato di buono a Milano il bravo Mario Calabresi? (...)

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