Il commento Tra svastiche e autonomi Milano rivive il passato

Stanno forse tornando i tempi bui dell’intolleranza? Dio non voglia, ma ci sono inquietanti segnali in questo senso. L’onda melmosa della violenza politica, così definita perché ideologicamente motivata, è sempre partita dalle università. Nel ’68 e nel ’77 le ultime volte. Ed è finita a pistolettate, con i morti per strada: poliziotti, magistrati, sindacalisti, imprenditori, dirigenti, docenti, politici, giornalisti. Ma era cominciata con qualche scritta sui muri, qualche «esproprio proletario», all’incirca come sta accadendo all’università Statale di Milano, ai danni della libreria Cusl gestita dai giovani di Comunione e liberazione.


L’iniziativa è delle squadracce rosse composte da «autonomi» e «no global», gentaglia più efficacemente e sinteticamente definita «squadristi, teppisti e prepotenti» dal rettore Decleva che, dopo qualche giorno di temporeggiamento, ha avuto il coraggio civile e umano di affrontarli a muso duro. Onore, dunque, a un rettore che sa dimostrarsi veramente «magnifico». (...)

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