Un vero commesso è colui il quale comprende che il suo vero datore di lavoro è il cliente. Dicono così gli esperti. Il vero commesso deve essere gentile, disponibile, competente, riservato. Parliamone, nel senso che si può discutere sulla questione ma addirittura arrivare al galateo del commesso, ai dieci comandamenti di chi è chiamato a realizzare i desideri di chi gli si para dinanzi, magari in modo arrogante e scortese, mi sembra eccessivo e superfluo.
Il problema sarebbe un altro, semmai: educare tutti per educarne uno, impresa impossibile visti i tempi che non corrono ma fuggono, perché la buona creanza è un'ipotesi, l'educazione civica è stata abolita. Eppure la Confcommercio di Pordenone si è buttata nell'intento, dopo aver raccolto le proteste dei cittadini compratori e compratrici, stanchi e disarmati per il comportamento di alcuni commessi o alcune commesse nei vari tipi di negozi, direi abbigliamento su tutti, laddove la competenza è davvero un optional, a differenza degli esercizi dove si vendono prodotti tecnologici, di profumeria, di arredo, siti nei quali è necessaria, se non indispensabile, la conoscenza perfetta dell'articolo in commercio, le sue caratteristiche, il valore di mercato in parallelo con altre merce concorrente. Stiamo parlando del sesso degli angeli, me ne rendo conto ma non vorrei che venissero dimenticati i favolosi, si fa per dire, anni Settanta, più che favolosi leggendari, quelli rivoluzionari sessantottini, il periodo durante il quale in alcuni ristoranti potevi anche vedere un cameriere lanciarti sul tavolo il piatto ordinato, salvo il brodo, in segno di disprezzo perché la classe operaia, perché la lotta di classe, perché gli sporchi capitalisti e così altre forme di insofferenza e maleducazione, giustificate dai nuovi slogan di propaganda politica. Furono giorni, mesi, stagioni aspre, difficili, il rapporto di lavoro diventò insostenibile, l'autorità venne fatta a pezzi scambiata per autoritarismo, le gerarchie furono frantumate perché siamo tutti uguali, a chi non si è ancora saputo.
Le cose sono migliorate, sensibilmente non dovunque, anche se i comitati di base, non intendo quelli sindacali ma alludo allo zoccolo duro della maleducazione e dell'arroganza, esiste e resiste. Vogliamo parlare dei decibel di musica pop-op-rap che vengono sparati nei magazzini di abbigliamento giovanile e giovanilistico? Vogliamo dire di quei negozi dove sembra, anzi è, che «la» commessa o «il» commesso ti facciano un favore, dialogano con gli altri sodali, parlottano del week end, dell'orario di lavoro insopportabile, dei turni insostenibili. Eccezioni, ovviamente, erba cattiva ma stando a quelli di Pordenone il fenomeno è significativo, potremmo dire «contagioso» perché anche altrove le associazioni a tutela dei consumatori hanno segnalato casi di mobbing ma nei confronti del cliente, messo a disagio o in imbarazzo dall'assoluta freddezza dei venditori, distaccati, distratti, nervosi. Non è il caso di ricorrere al tight, con fiore all'occhiello, con il quale si addobbano, dagli inizi del mille e settecento, i commessi di Fortnum & Mason in Piccadilly Street a Londra, pronti anche alla riverenza oppure il rito di altri magazzini inglesi dove il denaro di resto al pagamento viene appoggiato su un piatto di argento o di velluto, souvenirs dei tempi della lebbra, ma, dalle nostre parti, due righe di bon ton, di capacità creativa e di aspetto decente non guasterebbero.
Adesso si va di saldi, ad esempio, da Codroipo ad Acitrezza, sono probabili gli assalti all'ultimo maglione scontato del novantanove per cento, l'accerchiamento della zona cachemire monofilo, l'accaparramento di cappotti e guanti; giustifico e comprendo la soglia di esaurimento nervoso dei commessi dinanzi all'orda, quella sì senza rispetto del lavoro altrui, ma come diceva Totò signori si nasce e qualcuno, di qua e di là del bancone, non vi nacque.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.