Commissione bipartisan per Roma

Tira e molla di Mario Baccini sulla sua candidatura a sindaco prima annunciata e ora «congelata» per 48 ore

Doveva essere il giorno dell’ufficializzazione della sua candidatura per il Campidoglio. Ed invece Mario Baccini, segretario nazionale della Rosa Bianca, si è preso altre 48 ore. A pesare sulla decisione finale dell’ex ministro centrista, sicuramente l’accordo con l’Udc, per alcuni punti, nazionali e locali, ancora in fase di definizione. Così se l’altro giorno la scesa in campo di Baccini per il colle capitolino sembrava cosa praticamente fatta, motivato persino sul suo blog personale, ora invece il tutto è congelato.
L’intenzione di Baccini di candidarsi per il Campidoglio, da quanto si racconta negli ambienti di Palazzo, ha creato non pochi attriti con il partito di via Due Macelli, avendo già l’Udc indicato Luciano Ciocchetti come candidato per il Comune. Da qui il via vai, negli ultimi giorni, dei numerosi contatti, de visu e telefonici, tra Baccini e Tabacci da una parte e Casini e Cesa dall’altra. Obiettivo, tentare di arrivare ad una soluzione che metta tutti d’accordo. Impresa non semplice. Senza considerare che queste sono anche le ore in cui si stanno compilando le liste dei candidati per Udc e Rosa Bianca a livello nazionale, un fattore che senza dubbio ha il suo peso anche sulle scelte Udc-Rb per le sfide capitoline. Non sarà un caso infatti, se le 48 ore chieste da Baccini come riserva, prima di arrivare a prendere una decisione ufficiale, portano a venerdì prossimo, il giorno previsto per la convention dei centristi, in cui verranno ufficializzate le liste dei candidati. Come dire che le due cose sono in qualche modo collegate, e che l’opera di mediazione che verrà fatta nelle prossime ore sarà fondamentale.
Ufficialmente Baccini, ieri pomeriggio, durante la conferenza programmatica del suo partito, davanti alle centinaia di persone presenti in platea usa toni soft, lasciando ogni porta aperta. «Datemi qualche ora soprattutto se dobbiamo realizzare anche a Roma un progetto che segua quello fatto a livello nazionale. Dobbiamo ascoltare ciò che dicono gli elettori della città e della Provincia». Già, la Provincia. Altro nome su cui mettersi d’accordo. Qualcuno tra i presenti alla conferenza programmatica della Rb sussurrava: «La soluzione potrebbe essere che noi appoggiamo Ciocchetti. Ma per palazzo Valentini ci deve essere una persona indicata dalla Rosa Bianca». Quanto al suo impegno per la Capitale, il vicepresidente del Senato ha le idee chiare: «Non abbiamo bisogno dell’ennesimo sindaco della “romanella”. Dobbiamo ridisegnare una visione della città che sia un nuovo punto di responsabilità».
Spostandosi in un altro scenario, quello del Popolo della Libertà, Gianni Alemanno lancia una nuova sfida, questa volta di natura economica. L’occasione è una tavola rotonda, organizzata dall’Aspen Institute, sulla commissione presieduta da Jacques Attali, e il possibile impiego del metodo del noto economista francese per il rilancio della capitale. «Se sarò eletto a sindaco - spiega Alemanno - mi impegno a istituire una commissione che raccolga esperti a prescindere dalle appartenenze politiche e che crei una grande agenda di riforme per garantire la modernizzazione di Roma». Una commissione bipartisan che possa elaborare progetti di riforme. «Mi piacerebbe che fosse Giuliano Amato a presiedere questa commissione», aggiunge Alemanno, definendo Amato una persona che ha dimostrato in tante occasioni «di essere al di sopra delle parti per l’interesse nazionale». Non esiste ancora un accordo, precisa il candidato del Pdl, chiarendo che nel caso non fosse Amato a presiedere la commissione, «nei prossimi mesi ragioneremo se c’è una persona che possa condividere questo impegno». Accanto all’ex ministro di via della Scrofa, all’hotel Excelsior, location della tavola rotonda, c’era anche Anton Giulio La Starza, ex portavoce del Lazio de La Destra . Ex, perchè da ieri ha lasciato il partito di Storace per «tornare alla casa madre, in seno ad An». Motivo? «Perché - replica - sarebbe antistorico pensare di far perdere il Pdl per una manciata di voti».

Una decisione, quella di La Starza, che Alemanno descrive come totalmente autonoma. «Non sarà candidato, non ci sono commerci di candidature dietro, è una scelta di carattere politico e ideale. È positivo che abbia fatto questa scelta alla vigilia delle elezioni».

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