In commissione Demanio le fondazioni Atm e Fiera

Giovedì la lente di «affittopoli» si ingrandisce sugli elenchi dell’Aler. Il presidente Loris Zaffra consegnerà gli elenchi delle case sfitte e degli alloggi assegnati extra-Erp, fuori dalle liste ma in convenzione con università, forze dell’ordine, Comune. E la presidente finiana della Commissione Demanio ha già annunciato che convocherà i vertici di Fondazione Atm e Fondazione Fiera per proseguire l’operazione trasparenza. Ma il presidente di quest’ultima, Gianpiero Cantoni, ha già precisato che «non possiede immobili destinati a funzione abitativa» ed «è pertanto estranea ad ogni vicenda che riguardi locazioni di questa natura». Fondazione Fiera «è un soggetto giuridico di natura privata e il proprio patrimonio è stato costituito, nel corso dei decenni, con i proventi delle proprie attività e senza contribuzioni di natura pubblica». Anche Fondazione Atm fa sapere che «non ci sono alloggi a disposizione solo spazi a uso uffici o depositi». Ma all’azienda dei trasporti verrà chiesto conto probabilmente di quel patrimonio che rientrava nelle proprietà della cassa speciale di previdenza, vedi il palazzo di pregio in via Quintino Sella proprio all’angolo con Foro Bonaparte. Quali palazzi sono ancora nelle proprietà dell’azienda, chi ci vive o a che prezzo sono stati dismessi. Ma un’altra pasionaria della causa «alloggi trasparenti» prende ora di mira la Ciabò. La consigliera del Pd Carmela Rozza non è «più disposta» a prestarsi «al gioco elettorale e alla “macelleria” dei nomi aperta da alcuni esponenti di Fli. Perché vertici di enti come il Policlinico che hanno messo per primi gli elenchi on line non vengono comunque convocati in commissione per spiegare come gestiscono il patrimonio. Non fa notizia? Siamo amministratori e dobbiamo capire come si possono utilizzare meglio i beni del Comune, non fare passerelle e alzare la posta sui nomi. Passando velocemente al “prossimo caso” se non ci sono quelli che si pensava di trovare».
La consigliera Pd lancia piuttosto due input. Il primo riguarda quello degli immobili in carico al Demanio. «Quasi un mistero scovarli» avverte. Perchè una quota viene assegnata ai vari assessorati (dai Servizi sociali allo Sport) e «non si riesce a capire come vengano utilizzati». E suggerisce all’opposizione a Palazzo Isimbardi di puntare l’obiettivo anche sui beni della Provincia.

Un centinaio gli alloggi a disposizione dell’ente (molto si parlò ai tempi di Filippo Penati presidente di quelli acquistati in via Varanini, altri sono in via Settala). E di prevenire una svendita del palazzo in corso di Porta Vittoria, davanti al tribunale, dopo che la prima asta è già andata deserta.

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