Per le compagnie perdite per 1 miliardo Consumatori all’attacco «Dovete risarcire»

«È la peggiore emergenza che abbiamo visto. In confronto l’11 settembre non è stato un grosso problema», dice Giovanni Lenti, uno degli operatori di Eurocontrol, l’organismo che garantisce la sicurezza aerea per conto di 40 Paesi europei. È un’emergenza per i passeggeri, per i controllori ma anche e soprattutto per le compagnie. L’ennesima che subiscono negli ultimi anni, tra rischio epidemie e brividi da terrorismo.
Secondo i calcoli della Iata, l’associazione internazionale che raggruppa oltre 270 aviolinee del mondo, il danno complessivo per le società potrebbe essere di 200 milioni di dollari al giorno. Calcolando cinque giorni per tornare alla normalità, il conto salatissimo potrebbe ammontare a un miliardo. Ai ricavi persi, le compagnie dovranno aggiungere i costi di riprogrammazione dei voli, di assistenza ai passeggeri e agli aerei fermi nei vari aeroporti. Per alcuni il danno potrebbe essere maggiore che per altri. Lufthansa ad esempio, ha fatto sapere di non essere assicurata contro i possibili danni economici causati dall’eruzione di un vulcano. Alitalia invece parla di impatto limitato, visto che finora ha dovuto cancellare «solo» il 10% dei voli.
Il termometro delle Borse ha subito registrato la febbre del settore, anticipando il prevedibile calo degli utili: Ryanair cede il 2,28%, Lufthansa il 2,3% e Iberia il 2,11%. Più contenuto il calo di British Airways (-1,85%) ed Air France (-1,75%).
Ma resta da giocare tutta un’altra partita, quella dei rimborsi. L’Enac ha chiarito che, se il volo viene cancellato, in base al Regolamento (CE) 261/2004 il passeggero ha diritto «alla scelta tra il rimborso del prezzo del biglietto per la parte del viaggio non effettuata oppure l’imbarco su un volo alternativo il prima possibile o in una data successiva più conveniente per il passeggero stesso».

Più complicato invece farsi coprire i danni subiti a causa del mancato volo (vedi il costo della vacanza persa). Tutte le associazioni dei consumatori sono in pressing. Ma trattandosi di «circostanze eccezionali», le compagnie potrebbero sottrarsi.

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