da Milano
E adesso che ne sarà del gruppo Pininfarina? La prematura scomparsa del presidente e amministratore delegato Andrea Pininfarina è avvenuta nel momento della svolta dellazienda (3mila dipendenti, sedi in Italia e allestero, tra i maggiori fornitori di servizi in campo automobilistico) dopo un lungo periodo di crisi. Toccherà al fratello Paolo, vicepresidente del gruppo e responsabile delle attività extra-auto («il modo migliore per onorare la memoria di Andrea - ha rassicurato - è seguire la strada da lui tracciata con la stessa tenacia e determinazione») e alla sorella Lorenza, che siede nel consiglio, prendere in mano la situazione e portare a termine il piano di sviluppo programmato. Sarà il prossimo cda (la data del 12 agosto sarà probabilmente spostata), convocato per lapprovazione della semestrale, il momento in cui la famiglia farà sapere come intende affrontare il futuro. Due le possibilità, la seconda delle quali ha cinicamente dominato la giornata di ieri a Piazza Affari: il mantenimento della maggioranza del gruppo dopo la ricapitalizzazione prevista in autunno, secondo i piani annunciati (per Pininfarina diluizione dallattuale 54,9% a una quota superiore al 30%); il progressivo disimpegno a favore dei nuovi soci che sottoscriveranno laumento di capitale, ovvero Vincent Bolloré, Ratan Tata, Alberto Bombassei, Piero Ferrari e la famiglia Marsiaj. Tra questi potrebbero essere soprattutto Bolloré, con cui Pininfarina ha siglato una joint venture per la costruzione di unautomobile elettrica che vedrà la luce nel 2010, e lindiano Tata i partner più interessati a unulteriore crescita nella holding. Proprio con Tata, in aprile, Pininfarina aveva stretto unintesa per la creazione di un centro di ricerca, design ed engineering nel Paese asiatico. Cè però unaltra cosa che si può leggere come un segno del destino: nei giorni scorsi Andrea Pininfarina si era accordato con le banche sul riscadenzamento del debito di 600 milioni, passo fondamentale in vista della ricapitalizzazione per un ammontare di circa 100 milioni di euro. A garantire questo aumento sarà un consorzio composto da Bnp Paribas, Unicredit e Banca Imi (Intesa Sanpaolo). Ma il fatto che lingegnere fosse lunico interlocutore del gruppo con il mondo imprenditoriale e finanziario, forte anche della sua recente esperienza come vicepresidente di Confindustria, complica sicuramente le cose in vista del passaggio del testimone.
E a rendere più complessa la situazione è anche la fitta ragnatela di partecipazioni con cinque società (Pincar Sapa, Seglap, Framei, Pandre e Pininfarina Spa) e due rami familiari: Pininfarina e Carli (Elisabetta Carli e Andrea Piglia sono, rispettivamente, figlia e nipote di Renzo Carli e Giannina Pininfarina, sorella di Sergio, ovvero il padre di Andrea, Paolo e Lorenza).
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