Compra un branzino, ci trova dentro vetro e fototessera

Avrà pensato, come tutti noi bombardati dalle raccomandazioni mediche, che mangiare il pesce fa bene. Alla linea, al cervello e al sistema immunitario. Così Luca M. 35 anni, milanese, appena uscito dall’ufficio, si è diretto al supermercato. Davanti al bancone del pescato, avrà dato un’occhiata ai prezzi, avrà ragionato se acquistare un trancio di salmone, una piovra o una sogliola. Alla fine si sarà arreso davanti a quel branzino. Se lo sarà immaginato cucinato al forno, magari al cartoccio con pomodorini e capperi. E così, soddisfatto della spesa e pregustandosi la cenetta, il giovane ha iniziato a trafficare in cucina. Ma quando è stato il momento di pulire il branzino ecco la sorpresa. Nello stomaco del pesce una serie di oggetti tutt’altro che commestibili. Appuntiti e indigesti che neanche la balena di Pinocchio avrebbe inghiottito, Luca ha cominciato a tirar fuori una targhetta tonda di vetro, un secondo pezzo di vetro, una fototessera, alcuni foglietti di carta e un mucchietto di fili d’erba, forse alghe. A quell’ora, erano le 22.30 il supermercato era bell’e chiuso e Luca, allibito, ha chiamato la polizia. La volante è arrivata qualche minuto dopo in via Fratelli Zoia, alle spalle dell’ospedale San Carlo, dove abita il 35enne milanese che ha mostrato agli agenti il branzino con l’inconsueto «ripieno». Oltre che, naturalmente, lo scontrino fiscale che dimostrava l’acquisto fatto qualche ora prima in un ipermercato di Cesano Boscone.

I poliziotti, dopo un rapido consulto in Centrale, hanno deciso di lasciare il branzino nel congelatore del 35enne, ieri mattina a casa dell’uomo si sono presentati i carabinieri del Nucleo antisofisticazioni (Nas) che hanno recuperato il pesce. Nel frattempo lo sfortunato acquirente ha presentato formale denuncia.

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