Allindomani degli attacchi alla Moratti durante la manifestazione del 25 aprile e dopo le violenze degli autonomi in corso Buenos Aires, aveva lanciato lallarme sulla spirale dellodio di cui Milano rischiava di diventare nuovamente vittima. Oggi Vera Slepoj, presidente della Federazione italiana degli psicologi e candidata nella lista civica di Letizia Moratti, è più convinta che mai: il futuro della città comincia dal superamento dei conflitti e della cultura del pregiudizio. E la costruzione di un buon cittadino parte sempre dallinfanzia, dalla cellula familiare e dal tessuto sociale. «Un buon amministratore - dice - devessere soprattutto in grado di tutelare questi cardini fondamentali». Milano, spiega, «purtroppo è una città dove i bambini guardano troppa televisione, non solo per la scarsità di spazi verdi, ma anche per i ritmi di lavoro che limitano il rapporto dei bambini con i genitori. Ci sono piccoli che non li incontrano prima delle 7 di sera. Gli effetti di troppa televisione sono tossici per un sano sviluppo della loro psiche». La politica può porre rimedio. «Lesperienza di altri Paesi - sottolinea - dimostra che si può creare una flessibilità degli orari di lavoro senza far perdere la produttività, e le imprese possono essere agevolate dal Comune».
Quando era assessore ai Servizi sociali della Provincia di Padova, Vera Slepoj ha creato nuovi sportelli per gli immigrati e prevenzione delle tossicodipendenze. «Due problemi fortemente sentiti a Milano - ammette -, soprattutto il secondo, strettamente legato allassenza di sani rapporti genitoriali, come altri disturbi sempre più diffusi fra i giovanissimi, vedi lanoressia, la bulimia e lalcolismo. Nelle grandi città tutto ciò viene accentuato dalla solitudine e dalla mancanza di sani luoghi di aggregazione, come un tempo erano le parrocchie o le comunità di quartiere. Lamministrazione deve supportare le famiglie sia sotto il profilo dellinformazione, sia effettuando unattenta mappatura delle aree a rischio». Anche sul problema degli anziani, soprattutto quelli che vivono soli, «lamministrazione deve lavorare per rendere più agevole laccesso ai servizi che già esistono, oltre che crearne di nuovi.
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