Il «mal d'ufficio» colpisce quasi un lavoratore su due. Il 43 per cento non sta affatto bene sul posto di lavoro ed è soggetto a disturbi fisici e psicologici correlati con l'attività lavorativa. In Italia il fenomeno colpisce oltre 10 milioni di persone per le quali il carico di lavoro (14 per cento) e fenomeni di prepotenza e discriminazione (quasi il 5 per cento) innescano un malessere più profondo. Tra questi, 2 milioni esprimono chiaramente una sfiducia verso il lavoro, che è diventato una minaccia alla propria salute. Lo stress si trasforma in malattia: disturbi gastrointestinali, depressione, insonnia. Sono i risultati di una ricerca dell'Ispesl (Istituto superiore per la sicurezza sul lavoro). «Questo è ormai il lato nascosto del lavoro - ha commentato l'assessore alla Salute del Comune di Milano, Giampaolo Landi di Chiavenna - sempre più competitivo e sempre meno a dimensione d'uomo». Come se tutto ciò non bastasse, aggiunge l'assessore, «sappiamo che a Milano è ormai diagnosticata anche una vera e propria sindrome da lavoro precario: rimuginare continuamente sul posto che non c'è, o che finirà insieme al contratto a scadenza, pensare notte e giorno alle incombenze da svolgere in ufficio, per apparire all'altezza del compito e scongiurare così il licenziamento. I sintomi sono sempre gli stessi: insonnia, mal di stomaco, depressione, disistima per se stessi». A Milano «sono 47mila i professionisti in difficoltà. La flessibilità è uno strumento assai utile alle aziende per rendere meno rigido e più competitivo il sistema del lavoro. Ma deve comportare obblighi morali e sociali da parte degli imprenditori, perché non si trasformi in instabilità psicologica, soprattutto a carico delle nuove generazioni». L'assessorato alla Salute, dopo la positiva esperienza dello psicologo di quartiere, ha deciso di aprire un tavolo con Assolombarda, Unione del Commercio, Ordine degli Psicologi e Manager Italia per potenziare la presenza degli psicologi all'interno delle aziende: «Questo tipo di servizio - fa presente Landi - è ancora troppo poco diffuso.
Nel periodo 2007-2008 solo il 14% delle aziende lombarde si è avvalso di consulenze psicologiche. La crisi dovrebbe incoraggiare, e non penalizzare la tutela della qualità dell'occupazione, compreso il benessere psico-fisico dei dipendenti».Comune e Assolombarda, psicologo in azienda contro il «mal d'ufficio»
Il 43% dei lavoratori non sta affatto bene sul posto di lavoro e accusare malessere fisico. I dati di un'indagine Ispesl. L'assessore alla Salute Landi: «Si aggiunge pesantemente il fenomeno della precarietà. Le imprese devono investire anche sul benessere dei dipendenti».
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