Divieto di sosta, Palazzo Marino sfida la Cassazione. Il Comune di Milano non applica infatti la sentenza delle sezioni unite civili della Corte di Cassazione sulle violazioni di sosta a pagamento. «Non stracceremo le multe elevate dagli ausiliari della sosta e dai nostri ghisa nei confronti di chi parcheggia il proprio veicolo nelle strisce blu senza però esporre il tagliando dellavvenuto pagamento» dicono dallamministrazione comunale.
Avvertimento agli automobilisti milanesi che non vedranno dunque gli effetti della sentenza ovvero non saranno «graziati» dal pagamento del gratta e sosta da un euro e cinquanta (se in centro) o da un euro e venti (se in periferia) nemmeno se nelle adiacenze non cè un parcheggio libero. Motivo? «Le multe per sosta irregolare nelle aree cittadine contrassegnate dalle strisce blu riguardano e riguarderanno zone di particolare rilievo urbanistico o zone a traffico limitato, come previsto dal codice della strada per quel territorio con specifiche condizioni di traffico o pressione sullambiente» afferma Edoardo Croci.
Spiega che lassessore allAmbiente accompagna con una certezza, «non cè alcuna violazione del Comune di Milano dellobbligo di prevedere anche aree di parcheggio libero, come sostenuto invece dalla Corte di Cassazione». E mentre Croci riafferma che non ci sono ostacoli al progetto di estendere pure in periferia le zone con strisce gialle e blu - rispettivamente, per i residenti e a pagamento -, dal comando della Polizia municipale di piazza Beccaria si ricorda che «nel 2006 sono state staccate più di un milione di multe».
Numeri, dice il comandante dei vigili urbani Emiliano Bezzon, di una città «spesso indisciplinata, soprattutto nei divieti di sosta e nella doppia fila».
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