Il Comune insegna ai rom a fare le fotografie

(...) supera anche il sospetto. Intanto, i numeri. I progetti hanno coinvolto 33 bambini e 13 adulti. In tutto appena 46 persone tra Bolzaneto e Molassana seguite dalla cooperativa Agorà. Sia agli adulti (in particolare donne) sia ai ragazzi, il Comune ha proposto corsi di cucina sinta «per il recupero della tradizione» (e qui - ma è un’altra storia - ci sarebbe da capire chi sia a insegnare la cucina sinta a chi), i primi rudimenti del computer, ma soprattutto lezioni di fotografia e di ripresa video. «Io credo che questa anche i commenti siano superflui» attacca Murolo, che si dice incredulo «sia per i numeri delle persone coinvolte sia per la scelta degli interventi». «Come al solito si scaricano gli indigenti italiani per privilegiare gli stranieri - dice il consigliere di opposizione - e qui ci sarebbe già da dire. Ma io vorrei far notare che gli uffici comunali non hanno risposto alla mia domanda più importante, cioè quale sia il riscontro di tali interventi: in altre parole quanti sono i rom che abbiamo recuperato alla delinquenza, a quanti abbiamo insegnato un mestiere, quanti si sono inseriti grazie a un’attività onesta? Perché altrimenti ci prendiamo in giro, è un modo per lavarsi la coscienza e null’altro».
Secondo Murolo «qualsiasi azienda farebbe un riscontro sui risultati dei propri interventi, ma tali riscontri o non li hanno fatti o non me li hanno voluti dire». L’assessorato alle Politiche Socio-sanitarie ha precisato che «nell’area di Bozaneto sono state realizzate attività di sostegno scolastico attraverso la stretta collaborazione con le scuole del territorio mirante al monitoraggio della frequenza dei bambini e dei ragazzi. Per coloro che presentano difficoltà di apprendimento è stata realizzata un’attività di supporto allo svolgimento dei compiti e parallelamente un lavoro di sensibilizzazione alle famiglie perché anch’esse collaborassero alla riuscita scolastica dei figli». Roba da assistenti sociali, dunque, o da insegnante di sostegno, tutt’al più. La ciliegina sulla torta restano i corsi di teatro e la scuola di recitazione al fine di creare una compagnia teatrale.

«Insisto mi sembrano soldi buttati via se non mi spiegano quanti sono i ragazzini recuperati in famiglie che magari rubano o truffano - continua Morolo - invece qui continuiamo a lavarci la coscienza, senza risolvere i problemi».

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