Cronaca locale

Comunismo, va in scena il libro nero

Rappresentato dagli attori-studenti di centrodestra racconta un’«altra» storia

Comunismo, va in scena il libro nero

Gioia Locati

Sul palco otto sacchi dell’immondizia. Neri e chiusi a rappresentare le verità nascoste. Alle loro spalle uno sfondo scuro formato da tante strisce di plastica nere, una vicina all’altra. E sopra disegnato l’unico simbolo, un cerchio rosso con falce e martello. Sabato mattina, auditorium di viale Monza, la sede di Forza Italia. Va in scena «Il libro nero del comunismo» rappresentato dagli studenti del centro-destra. La sala è piena, di ragazzi dai 20 ai 30 anni ma anche di genitori. Cinque gli attori: seduto alla scrivania il giornalista che racconta i fatti. In piedi il narratore che trae le conclusioni politiche. A dividersi le parti una ragazza che interpreta le vittime del comunismo (di ogni Paese, dalla Cina alla Russia, dalla Cambogia alla Corea); un ragazzo che dà voce ai comunisti italiani, da Bertinotti, a Cossutta, da Occhetto a D’Alema. È stato il più applaudito quando ha citato una frase di D’Alema del 24 dicembre 1976: «Ci si può sorprendere e anche dolere del fatto che ci siano giovani nelle nostre sezioni che, con scarso senso della storia, mettono in discussione perfino la rivoluzione d’ottobre...». Infine l’ultimo interprete ha dato voce ai comunisti russi.
Il testo, una ventina di pagine, è stato scritto dal senatore di Forza Italia Lucio Malan che ha attinto in parte al famoso libro nero sul comunismo, redatto da alcuni storici francesi e pubblicato nel ’98 da Mondadori, e da altri documenti storici. Ad esempio l’epistolario di Emilio Guarnaschelli l’operaio comunista che partì per la Russia nel 1935. E dopo l’entusiasmo iniziale scrisse ai familiari: «Se solo vedeste qui in che condizioni siamo rimpiangereste le briciole che buttate dalla tavola...». Venne poi fucilato in un campo della Siberia perché dichiarato «nemico del popolo». Il factotum della rappresentazione è Giorgio Fabbrucci, consigliere di Forza Italia a Treviglio e uno degli attori sul palco. Perché è piaciuto lo spettacolo? «A scuola purtroppo queste cose non si sanno - ha risposto Lara Comi coordinatrice regionale dei giovani azzurri - E infatti una parte delle menzogne dei sacchi si riferiva a quello che riportano i libri di testo. Questo lavoro aiuta a fare chiarezza, a capire quello che è successo e a prenderne le distanze».

Verrà rappresentato anche in Veneto, Liguria e Piemonte.

Commenti