
Dieci minuti di concerto, e una coppia di ventenni getta la spugna. Pochi istanti dopo, due boomer navigati gente che di Biennali ne ha perse ben poche sbottano: "Voi giornalisti dovete scriverlo: è musica inascoltabile". Missione compiuta.
Intorno al palco, però, è tutta un'altra scena: folla compatta, gente che balla o almeno ci prova, trasportata da una musica d'oggi, firmata Chuquimamani-Condori, lontana anni luce dai canoni della contemporanea "istituzionale". Così è partita la Biennale Musica di Venezia: divisiva, dirompente, proprio come prometteva la nuova direttrice artistica Caterina Barbieri, desiderosa di capitanare una rassegna "santuario per la libertà di espressione e la sperimentazione", le sue parole.
A spiazzare per primo è stato proprio lei (lui?), la vincitrice del Leone d'argento, alias Chuquimamani-Condori (al secolo Elysia Crampton): artista queer nata in California da genitori boliviani, arrivata sabato all'Arsenale scortata da un corteo di barchini che diffondevano la sua musica lungo i canali, con un tramonto spettacolare a far da quinta. Alla cerimonia del giorno dopo, tra gli stucchi di Palazzo Giustinian, nuovo colpo di scena: sale sul palco, chiede all'intervistatore "un attimo per la mia medicina", tira fuori delle foglie, le mastica. Ora è pronta per rispondere. Poi ci spiegherà che "è coca, parte della nostra cultura: nei battesimi, nei matrimoni, in tutti i riti non manca mai, non poteva non esserci oggi".
Tutto si può dire di questa Biennale, tranne che sia compassata. "C'è una bella energia", commenta Barbieri, che per le due settimane del festival (si chiude il 25) ha abolito sedie e barriere: pubblico per terra, o in piedi, concerti come riti collettivi, esperienze immersive.
Tra i concerti d'apertura, The Garden of Brokenness di William Basinski, re della musica d'ambiente, che ha rivisitato questo suo pezzo per Venezia disponendo quattro pianoforti a raggiera tra luci cangianti e fumi, mescolando le sue dissolvenze sonore ai rumori dei motori dei vaporetti. "Bella atmosfera", il commento prevalente all'uscita, visi ipnotizzati. Ipnosi collettiva anche per Elevations di Maxime Denuc, installazione di canne d'organo guidate da software e pc. Sono in arrivo la techno, il glitch, il drone metal, altra musica d'ambiente.
Una Biennale cosmica, come la voleva Barbieri: giovane, anticonvenzionale, radicale. Da abbracciare o da respingere, ma impossibile ignorare. Regola d'oro: non pensarci troppo, immergersi e basta. Stacchiamo il cervello.