Politica

La conferma degli analisti: Penati ha strapagato Gavio

Gli esperti: in base ai parametri usati per valutare le società del settore, la Provincia di Milano ha sborsato il 70% in più

Nicola Porro

da Milano

Gli uomini di Filippo Penati custodiscono quelle cinque paginette con cura. Si chiama «project Duomo». Così come piace ai banchieri, c’è sempre un po’ di inglese nel descrivere la più italiana delle operazioni: la conquista a caro prezzo da parte della provincia di Milano della maggioranza assoluta della Milano Serravalle. Aiutiamo i lettori a capire su quali basi il Giornale sin dal primo istante ha considerato questa operazione «troppo cara», o meglio del tutto fuori mercato. La provincia ha aggiunto al suo 38%, il 15% in mano a Gavio. Pagandola 238 milioni, o meglio 8,83 euro per azione. Marcellino Gavio, il venditore, un anno prima diceva al suo braccio destro che si sarebbe accontentato della metà. Abbiamo interpellato i maggiori analisti del settore. Chiedendo loro un giudizio sul valore di una società non quotata che si occupa della gestione di autostrade e tangenziali, come la Serravalle. La finanza, che non ha molta fantasia in queste faccende, va a vedere cosa succede nelle società confrontabili, nelle aziende simili. Bene. Ne abbiamo prese un buon campione. Le due francesi in via di privatizzazione (persino la statalista Parigi mette all’asta le autoroute, mentre noi a Milano le ricompriamo dai privati, ma questo è un altro discorso) che si chiamano Asf e Aprr, gli spagnoli di Abertis, e le italiane Autostrade, Torino-Milano e la Sias. Gestendo reti e chilometri incomparabili, per metterle sullo stesso piano si usa un numeretto magico: l’Ev\Ebidta. In sostanza il rapporto tra il valore dell’azienda e il suo margine operativo lordo. Più è alto questo numeretto e più viene valutata l’azienda, depurandola dalla sua capacità di fare quattrini. La media del settore, a seconda degli analisti, va da 9,5 a 10,5. Il prezzo che Penati ha pagato per la quota di Gavio, porta il nostro numeretto magico per la Serravalle ad un multiplo di 17,8. Fuori da ogni ratio economico-finanziaria, ci dicono i nostri interpellati. Le Autostrade dei Benetton sono a 9,8, la Sias (che è poi di Marcellino Gavio, che ha venduto a caro prezzo la sua quota in Serravalle) a 7,3 e la Torino Milano a 7,5. Financo le due francesi, le più care del mercato poiché i loro valori sono pompati vista l’imminente privatizzazione, sono a quota 12. Ma cerchiamo di metterci ancor di più nei panni di Penati. E accettiamo il suo ragionamento secondo il quale il 15% di Gavio gli ha permesso di raggiungere la maggioranza assoluta e dunque è un pacchetto che ha un valore superiore, una sorta di azione d’oro. E mettiamo pure che il premio sia del 30%. Prendendo i multipli più cari che sono quelli dei francesi, la nostra cifra magica arriva a 15. E mai e poi mai al multiplo di 17,8 preso in considerazione da Penati. Per di più la maggioranza della Serravalle insieme al Comune di Milano, già l’aveva. Insomma i 238 milioni pagati dalla Provincia di Milano e i circa 250 che all’uopo le ha prestato Banca Intesa sono una cifra fuori dal mercato. Punto e basta.
Si dirà, e Penati lo dice, che vi è un progetto più ampio. E il «project Duomo» da cui siamo partiti lo mette nero su bianco. Serravalle si candida ad essere il terzo Polo autostradale italiano: dietro ai Benetton e Gavio. Con la maggioranza della Serravalle, Penati diventa azionista al 50% della Pedemontana, è in maggioranza assoluta (calcolando anche la quota di banca Intesa) nelle Tem (tangenziali) e ha un peso di rilievo nella Brebemi. Stiamo parlando di un sistema viario che attiverà nei prossimi anni 7,2 miliardi di euro di investimenti. E sui quali la Provincia di Milano potrà dire la prima (se il progetto possa essere fatto) e ultima (come gestirlo) parola. Il «project Duomo» consiglia poi di integrare Serravalle con le partecipazioni della Provincia nell’autostrada Serenissima e nella Cisa.

Tutto ciò - secondo Penati e Intesa, che lo ha finanziato - giustifica l’acquisto delle azioni di Gavio con un premio del 70% sui migliori competitori europei.

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