«Giuro che non farò alcun ricorso». Il pendolo di Filippo Penati sulle liste oggi si ferma sul «no». Dopo giorni di incertezze e cambiamenti di linea, il candidato del Pd ieri ha giurato che non intende andare avanti con ricorsi e cavilli giudiziari contro Roberto Formigoni. Dunque è arrivato a smentire la smentita, dal momento che a una prima rassicurazione di questo tipo aveva fatto seguire annunci opposti: «Stiamo valutando se presentare ricorso», e poi: «i miei avvocati mi confermano che esistono tutti gli estremi per un ricorso al Consiglio di Stato». E ancora: «Se il governo non ritirerà il decreto io sto prendendo seriamente in considerazione leventualità di fare un ricorso».
Ora Penati ha cambiato di nuovo idea, tanto da firmare un appello in piena regola: «Cessino le ostilità sulla questione delle firme - ha detto -. Da parte mia non ho mai aperto nessuna ostilità. Tanto che non ho mai presentato alcun ricorso, ma anzi ne ho subiti tre». «Non cè mai stata in me - conclude - alcuna intenzione punitiva verso gli elettori del Pdl e della Lega. E non ho mai pensato di vincere per abbandono dellavversario».
I Radicali invece non depongono le armi, e continuano a seguire la strada del contenzioso giudiziario: «Siamo disponibili a ritirare il ricorso se il Pdl nel Lazio fa altrettanto». I pannelliani hanno presentato un atto di opposizione allarchiviazione dellinchiesta della Procura di Milano sulle firme delle liste per le elezioni regionali lombarde.
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