Raffaele Bonanni resta alla guida della Cisl con il 99% dei consensi (percentuale mai vista dai tempi di Giulio Pastore), e forte del consenso bulgaro si toglie dalla scarpa più di una pietruzza. Sulle pensioni, chiarisce che «la riforma la facciamo per guadagnarci e non per perderci», ricordando che «lo scalone Maroni grida ancora vendetta», così come il capitolo sui lavori usuranti. Sul fisco, chiede di spostare il prelievo dallimposizione diretta sul lavoro a quella indiretta sui consumi. Accoglie poi linvito del segretario della Cgil, Guglielmo Epifani, per giungere a un progetto contrattuale unico: «Dobbiamo saper costruire soluzioni nuove, ma - puntualizza - non possiamo attendere dieci anni per trovarle, non possiamo aspettare Epifani ogni volta». Lobiettivo è di costruire un sindacato «del fare», andando in piazza il meno possibile, e puntando sul dialogo con gli interlucutori. Non manca, nellintervento conclusivo del congresso, un omaggio a Emma Marcegaglia «che non è altezzosa, non ci dà del lei e non parla con la erre moscia». Non manca neppure, però, un attacco ad alcuni esponenti del governo, primo fra tutti Renato Brunetta per le sue «minacce di dimissioni se non si fa come vuole lui, o di mettere le manette». Il ministro della Pubblica amministrazione è «male educato democraticamente», afferma Bonanni.
E aggiunge di essere «imbufalito» per lidea che introducendo il grembiule si risolvano i problemi della scuola. Ribatte Brunetta: «Bonanni accetti un pubblico confronto. Intanto - aggiunge - gli ho inviato il mio intervento al terzo congresso della Cisl Funzione pubblica dove sono stato interrotto da 47 applausi».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.