Il Consiglio di circoscrizione Medio Levante segnala sedici «punti critici» e vota all’unanimità la richiesta di interventi di restauro Così mandano in malora corso Italia Commercio abusivo, sporcizia, pavimentazione distrutta nella «promenade» gen

Qualcuno, in vena di esterofilia, s’azzarda ancora a chiamarla «promenade», come la celebre «des Anglais», la passeggiata nizzarda, lunga diversi chilometri, che ha spazi per camminare, pedalare e anche pattinare. La nostrana corso Italia invece, della cugina francese, per ora ha solo la vocazione. La realtà effettiva, invece, dopo le promesse dell’amministrazione comunale culminate con la trionfante celebrazione del restyling all’epoca delle Colombiane, è quella di una passeggiata-spettacolo dal punto di vista ambientale, ma inesorabilmente e inspiegabilmente abbandonata al degrado (vedere per credere, nelle foto qui accanto di Alessandro Maccarini). A lanciare l’allarme, sperando che il Comune ascolti e intervenga, hanno provveduto nei giorni corsi, all’unanimità, i consiglieri della circoscrizione Medio Levante, in testa l’avvocato Francesco Massa (Forza Italia), che è riuscito nel non facile compito di mettere d’accordo i membri del parlamentino al di là del colore politico. «Per forza! - spiega Massa -. Corso Italia è un patrimonio della città, e rappresenta un importante polo di attrazione turistica. Mandarlo in malora, come sta facendo colpevolmente, con incredibile trascuratezza, il governo del Comune è un problema su cui deve convergere la mobilitazione più generale».
La circoscrizione presieduta dall’azzurro Pasquale Ottonello ha discusso a fondo la questione, poi ha votato un documento che è un pesante atto d’accusa: sedici buchi neri su cui è assolutamente indispensabile intervenire, e con urgenza, per riconsegnare a cittadini e turisti una vera e propria promenade. I dolori cominciano con quei due furgoni posteggiati all’altezza della chiesa di Boccadasse: furgoni ovviamente provvisori, ma diventati fissi e inamovibili per esclusiva volontà dei proprietari dediti quotidianamente al commercio al minuto. Si prosegue con l’esercito di venditori extracomunitari, stanziali - sabato, domenica e feste comandate... - un po’ dappertutto, occupando marciapiedi e panchine. Sempre nei fine settimana, appaiono come d’incanto banchi di vendita di generi vari in posizione privilegiata, vista mare, «talmente invadenti da precludere il panorama ai frequentatori della passeggiata». Non basta: ci sono residui di mattoni, calce, cemento e travi nei pressi dello spazio delle Caravelle, tra la Motonautica e l’impianto di lavaggio, ci sono misteriosi pali infissi nella ringhiera davanti all’Estoril, arbusti cresciuti e mai potati che invadono il marciapiede, piastrelle rotte in più punti. E ci sono sempre - dai tempi della costruzione dello «scolmatore» del rio Fereggiano che doveva sfociare a San Giuliano ed è naufragato negli scandali - i cosiddetti conci, sagome inquietanti di cemento lasciate a cielo aperto sulla spiaggia. Si era parlato di immergerli per creare una riserva ittica, si era ipotizzato un loro riutilizzo per lo «scolmatore» da costruire in futuro (ma, guarda un po’, la sezione della nuova condotta sarà leggermente diversa!), infine si è deciso di lasciarli lì, monumento perenne all’incapacità amministrativa.

«Potremmo proseguire - insiste, implacabile, Massa - con il decadimento della pitturazione dei pali della luce, con i cartelloni pubblicitari sistemati irrazionalmente, col disordine della segnaletica e lo stato precario del verde pubblico...». Basta e avanza per sensibilizzare Tursi. «Vedremo - replica Massa -. Noi, intanto, non ci pensiamo neanche, a rassegnarci».

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