(...) e furia grazie a un azzurro con ufficio in zona che ha messo a disposizione qualche fotocopiatrice - fatti fuori in settantacinque minuti.
Che dire? Operai e donne in pelliccia con tanta voglia di cambiare, di essere protagonisti di quella che Silvio Berlusconi definisce «una svolta epocale, quasi una rivoluzione». Tutti, pazientemente, in fila con documento didentità alla mano per «rovesciare il governo Prodi». Cè anche Rosalia, «quarantottanni», con 38 di febbre che, parola sua, non poteva «stare sotto le coperte, mentre in Duomo si decide il mio, il nostro domani». E così eccola qui - pelliccia con colbacco e mano tremolante - a scegliere tra partito della libertà e popolo della libertà».
Cè anche la famiglia Guerrini da Brescia, loperaio senegalese Madior Fall che vuole «meno tasse e, da milanista, più Kakà» e, sorpresa, Ghibli ovvero lo strip-men meneghino che da ex presidente del consiglio di Trezzano sul Naviglio si prepara «alla nuova rivoluzione». Tutti insieme al Cavaliere che manda in tilt scorta, cronisti e passanti. Ma anche la classe dirigente di Forza Italia presente in ogni ordine e grado allappuntamento di piazza Duomo. In prima fila, a fianco di Silvio Berlusconi, cè Mariastella Gelmini: «Anche questa volta Berlusconi è stato accolto dai milanesi come il cittadino più amato. Si conferma come lunico leader che riesce a mantenere un costante dialogo con il proprio elettorato e con la gente, perché riesce a interpretare e a dare voce alla passione civile». Segue passo passo il corteo il presidente del consiglio comunale, Manfredi Palmeri, che confessa di non aver votato per il nuovo nome del partito: «Non ho espresso una preferenza netta tra i due nomi. Anche ascoltando i cittadini venuti a sottoscrivere la pre-adesione, si rafforza la convinzione che il nuovo soggetto potrebbe chiamarsi Partito popolare della libertà, rispondendo così anche ai riferimenti culturali europei». In piazza il governatore, Roberto Formigoni: «È un passo nuovo, un partito nuovo aperto alle istanze della base, per questo io ho votato per il nome Popolo della Libertà, perché chi fa politica lo fa perché in ultima istanza ha il mandato degli elettori». Molto soddisfatto il vicecommissario cittadino, Maurizio Lupi: «Lentusiasmo che sta accompagnando la nascita del nuovo partito del Popolo della Libertà è testimoniato dalla grande partecipazione ai gazebo.
Gianandrea Zagato
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