Liberalizzazione selvaggia? «Macché, siamo per incrementare al massimo la concorrenza, i paletti sono già anche troppi». Parola del presidente del Codacons Marco Donzelli. Lassociazione che tutela i consumatori non guarda di traverso alla realtà di quartieri che si riconoscono ormai per una certa categoria di commercio e poco altro, dalla via dei locali e della movida allArco della Pace allo shopping di lusso in Montenapoleone.
Più concorrenza uguale prezzi più bassi è lequazione del Codacons. Che prende di mira semmai «lassurdità di imporre ai negozi di lavorare solo tredici ore al giorno, chi vuole dovrebbe avere il permesso di tenere aperto 24 ore su 24». Idem «le aperture domenicali contingentate». Donzelli è paladino dei saldi tutto lanno, o delle vendite sottocosto libere. «Oggi il meccanismo è troppo vincolante - riassume Donzelli - basta pensare che se un commerciante può fare una vendita a prezzi sottocosto solo tre volte allanno e per cinquanta prodotti alla volta, lasticella è leggermente più alta solo se si tratta di merce deperibile. Come dire, posso mettere in vetrina un prodotto a prezzi altissimi, ma se decido di venderlo a poco ho grosse difficoltà. Chi ci rimette? Il cliente ovviamente». Non è solo il settore del commercio che secondo il Codacons avrebbe bisogno di regole ancora meno strette. «La mancanza di concorrenza nel nostro Paese - spiega - si traduce in un danno economico per le famiglie di 1.500 euro allanno. I settori più colpiti? Banche (300 euro), assicurazioni (250 euro), trasporti (150 euro), prezzi al dettaglio (500 euro) e anche la pubblicità ingannevole pesa (200 euro).
Più in linea con il Comune invece la posizione del Movimento dei consumatori di Milano. Il presidente Alessandro Miano ritiene che «la concorrenza esasperata abbia fatto ormai il suo tempo, aperture esagerate portano ad altrettante chiusure e fallimenti. E non è detto che si traducano con prezzi più contenuti, a Milano il conto nei ristoranti anche di media o bassa qualità è sempre più salato».
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