La contestazione alla «prima» ha fatto flop

(...) Vengono disposte transenne lungo i marciapiedi per consentire alla folla di assistere alla passerella di Vip. Altre vengono sistemate tra la statua di Leonardo e la facciata di Palazzo Marino per consentire a chiunque di dissentire, manifestare, urlare e insultare, senza creare incidenti.
Difatti di lì a poco arrivano i lavoratori dello spettacolo per protestare contro i tagli alla cultura, in particolare una rappresentanza dei teatri Elfo, Litta e Arsenale insieme ad alcuni studenti «fedeli» di San Precario. Spazio anche ai lavoratori della formazione professionale regionale, agli operai dell’Alfa di Arese. Alle 17.15 vengono aperte le porte del teatro. Il percorso è quello consueto: via Manzoni diventa uno stradone a senso unico in cui si accede da piazza Cavour mostrando il biglietto a mo’ di «pass». Gli arrivi in pochi minuti prendono a infittirsi e con loro le contumelie dei manifestanti. I più vivaci appaiono i contestatori dell’Alta velocità in Val di Susa. Riecheggiano insulti un po’ vecchiotti contro le forze dell’ordine mentre vengono accesi bengala e fumogeni.
La piazza è controllata da un centinaio di poliziotti e carabinieri a cui spetta un compito tutto sommato di routine. Alle 17.55 arriva il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi con il seguito di auto blu e scorta. A cinquanta metri di distanza i dimostranti vedono un insolito movimento, forse non capiscono nemmeno chi sia l’illustre spettatore e riprendono a urlare più forte di prima. Ma tutto si spegne nel giro di qualche minuto.

Fa un freddo cane, i contestatori sono allo stremo ed è quasi un toccasana l’arrivo di Fo e Corritore, che correranno alle primarie per guadagnarsi il ruolo di candidato sindaco del centro sinistra. Ancora qualche minuto di resistenza poi tutti capitolano di fronte al «generale inverno» e alla spicciolata lasciano la piazza, senza farci più ritorno per la tradizionale contestazione di fine spettacolo.

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