Si è scritto e detto molto, nelle ultime settimane, intorno al Sessantotto, rievocato per i suoi quarantanni attraverso libri, dibattiti, articoli, trasmissioni tv. Anche Milano ricorda questo particolare anniversario con varie iniziative che non potevano prescindere da una sorta di consacrazione cinematografica visto che il 68 europeo è deflagrato, in quel lontano maggio, dalla rimozione del direttore della Cinémathèque, Henri Langlois, con conseguente discesa in piazza dei giovani contro il governo e tutto quello che ne seguì. Il movimento che si creò intorno alla difesa di Langlois (che è poi rimasto al suo posto) influenzò in maniera significativa una generazione di registi che proprio in quegli anni si stavano affacciando sulla ribalta mondiale. Il tutto viene ripercorso attraverso una interessante rassegna, curata da Obraz Cinestudio, in programma da oggi e fino al 17 febbraio al cinema Gnomo, dal titolo «Tracce di cinema ribelle: il 68 e lavanguardia storica» (Informazioni: tel. 02-804125).
Un cartellone molto ricco che offrirà allo spettatore una esplorazione delle avanguardie cinematografiche e delle loro influenze sui registi cinéphile. Non è un caso, dunque, che la rassegna venga aperta, oggi, dal surreale e contestatore La via lattea (1968) di Luis Buñuel, cui viene abbinato il precedente Lage dor (1930) che rappresentò, per molti, un vero monumento di avanguardia storica per il suo tono di dileggio. E che dire del sovversivo La notte dei morti viventi (in cartellone il 13) diretto da Romero o dellintramontabile Easy rider (il 16) di Dennis Hopper, autentico inno alla cultura alternativa. Trova spazio anche Pasolini e il suo Porcile (il 14), datato 1969, che Mereghetti definì «Una parabola fin troppo esplicita sulla società che divora i figli ribelli».
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