Economia

Conti pubblici: adesso tutti promuovono l'Italia

Smentiti i catastrofisti, lo Stivale non rischia nessuna crisi. Promozione di Moody's: l’Italia nei prossimi tre-quattro anni "può tornare a generare un surplus primario, il passo è vicino e non ci sono cambiamenti brutali da fare". Istat: aumentano i redditi, ma anche i consumi

Conti pubblici: adesso tutti promuovono l'Italia

Smentiti i catastrofisti e le Cassandre. Lo Stivale è un passo dal baratro economico? Tutte balle. L’Italia nei prossimi tre-quattro anni "può tornare a generare un surplus primario, il passo è vicino e non ci sono cambiamenti brutali da fare" e "il Governo dovrebbe essere in grado almeno di stabilizzare se non ridurre il debito pubblico, anche in uno scenario prudente che ipotizza saldi primari non molto alti (tra l’1 e il 2%) e una crescita economica moderata (al massimo al 3%). È la visione degli analisti di Moody’s sul nostro paese e la spiegazione dell’outlook stabile assegnata al rischio sovrano (rating Aa2) che non vede per l’Italia il rischio di contagio. Dopo i declassamenti di Portogallo (il 5 aprile è stato portato da A3 a Baa1 ed è ancora sotto osservazione con implicazioni negative) e Grecia (il 7 marzo lo ha tagliato da Ba1 a B1 con outlook negativo) ci si chiede se ci sia un rischio di contagio e se l’Italia potrebbe essere coinvolta. "C’è un rischio contagio - spiega Alexander Kockerbeck, l’analista responsabile del rating sull’Italia - quando c’è una storia concreta di rischi che in Italia non c’è".

Positivo anche il giudizio di Standard and Poor's. In un'intervista alla Stampa Moritz Kraemer, responsabile rating sovrani Europa, toglie ogni dubbio. "L'alto livello di risparmio privato e la minore necesità di finanziamento esterno rendono l'Italia meno vulnerabile all'umore dei mercati. E' vero che l'Italia ha grande necessità di rifinanziamento del debito, che è molto elevato, ma la buona notizia è che l'Italia è diversa da Portogallo e Grecia perché le sue finanze sono state controllate meglio". 

Istat: "Aumentano i redditi della famiglie" Nel 2010 il reddito delle famiglie ha registrato un aumento dello 0,9% rispetto al 2009. Un reddito che ha dovuto però far fronte ad una crescita della spesa per consumi "più consistente" rispetto all’anno precedente (+2,5%). Lo rileva l’Istat che spiega così la riduzione della propensione al risparmio degli italiani: si è attestata al 12,1%, registrando una diminuzione di 1,3 punti percentuali rispetto al 2009.

Nell’ultimo trimestre dell’anno, invece, la crescita del reddito disponibile rispetto al trimestre precedente (+1,4%) è stata superiore a quella registrata dalla spesa per consumi (+0,8%), il che ha determinato l’aumento congiunturale del tasso di risparmio. 

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