Contro l’emergenza casa studenti, turisti e clochard negli alberghi-container

SCAMBIO Agli operatori un bonus di volumetrie se sopra ci costruiscono edilizia convenzionata

Contro l’emergenza casa studenti, turisti e clochard negli alberghi-container

Come i terremoti o le calamità naturali. Anche l’«emergenza casa» potrebbe essere (parzialmente) risolta in città con lo stesso strumento che si adotta di solito per le situazioni eccezionali: case container, già sperimentate nel nord Europa - in Svezia o in Olanda, ad esempio -, ma esistono «container city» anche a Londra. Il Comune le immagina come soluzione a basso costo per turisti, studenti fuori sede o lavoratori temporanei, ma anche per ospitare i clochard. I luoghi possibili li ha già in mente l’assessore all’Urbanistica, Carlo Masseroli: «Si può partire con gli scali ferroviari dismessi o le ex caserme». Il costo di realizzazione «è basso e i moduli possono essere montati e smontati in due mesi. Ha un senso in quelle aree dove sono previsti interventi di riqualificazione, ma che partiranno prima di alcuni anni». In questo modo, «si usa comunque il territorio, dando un senso di sicurezza, e si offre una soluzione abitativa a chi può spendere poco». In Italia non esiste una normativa che regoli questa «forma sperimentale» di residenza, come la definisce Masseroli. Proprio per questo Palazzo Marino l’ha inserita nei «Nuovi indirizzi per l’housing sociale» approvati ieri in giunta (e presto al voto del consiglio).
Con il documento, il Comune fissa le regole per le nuove convenzioni di social housing, che consentiranno a ogni operatore di vedere incrementati i propri diritti edificatori (da un indice di 0,65 a 1), a patto che il bonus (lo 0,35) sia destinato a tipologie di edilizia a basso costo. E apre, appunto, anche modelli innovativi per l’Italia, per rispondere non solo alle esigenze delle famiglie (senza prima casa e con un reddito Isee inferiore ai 40mila euro), ma anche a turisti, lavoratori precari, studenti. Vista la domanda e sondata la disponibilità degli immobiliari, Masseroli ipotizza «una disponibilità di circa 20mila nuovi alloggi a basso costo nei prossimi 15 anni».
Si andrà dall’edilizia convenzionata agevolata in vendita (ad un prezzo tra i 1.700-1.900 euro al metro quadro) o in affitto (a 350 euro al mese), fino al co-housing, dove sono previsti alcuni servizi in condivisione come la lavanderia o gli elettrodomestici. È previsto anche il riscatto: dopo alcuni anni si può trasformare il canone d’affitto in rata per l’acquisto dell’alloggio.

Col premio volumetrico gli operatori vengono allettati a costruire case sotto i 2mila euro al metro quadri, campus, alberghi low cost, ma l’assessore Masseroli garantisce che «ci sarà un controllo alto sul rispetto delle convenzioni che i privati firmeranno col Comune».
Critica sui container l’opposizione: la consigliera del Pd Carmela Rozza la definisce una soluzione «vecchia ed emergenziale, non può essere una formula strutturale».

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