Coppelia, bambola dell’amore assoluto

È ormai l'ospite di rito del Teatro Carcano la compagnia di Mosca-La Classique: vent'anni sulle tavole dei palcoscenici di tutto il mondo, una carica di ballerini di prim'ordine cresciuti là dove tradizionalmente batte il cuore della danza, e non da ieri: vale a dire l'Est europeo. I quarantotto ballerini provengono infatti dai teatri di punta della Russia e dintorni, da Kiev e Odessa, dal leggendario Bolshoi di Mosca e dal Marinskij di San Pietroburgo. Per bagnare l'anno, La Classique punta su un classico dei classici come «Coppelia», al Teatro Carcano appunto, oggi (ore 15.30, per informazioni e prenotazioni, telefono: 02-55181377, 02-55181362, call center: 899.666.805, www.teatrocarcano.com, www.vivaticket.it, www.ticketone.it), per la coreografia di Alexander Vorotnikov con Nadejda Ivanova nel ruolo di Swanilda e Andrey Lyapin nei panni di Franz. In due atti e tre scene, su libretto di Charles Nuitter e Arthur Saint-Léon e musica di Leo Delibes, il ballo «Coppelia» è tratto da un racconto (L'uomo della sabbia) di Ernst Theodor Amadeus Hoffmann. Entrò in repertorio fin dal debutto a Parigi, nel 1870, alla presenza di Napoleone III, mentre per la prima rappresentazione italiana, alla Scala, si dovette attendere il 1896. La storia dipinge il conflitto fra idealismo e realismo, arte e vita, con Franz incerto fra la donna tecnicamente perfetta, cioè la bambola Coppelia, e la donna in carne ed ossa, Swanilda. Che, presa da mille sospetti e interrogativi sulla fedeltà del futuro marito, si introduce nell'atelier del mago Coppelius per capire chi sia la creatura che suscita le attenzioni di Franz. Scopre che la rivale è una bambola meccanica alla quale il mago Coppelius vorrebbe dare un'anima. L'amore è fragile, ci spiegano i librettisti, e paradossalmente basta una bambola per minare l'armonia di una coppia, e questo in pieno Ottocento. Armonia che, tuttavia, alla fine si ricompone, tanto che Franz e Swanilda rompono il fidanzamento, ma per convolare a nozze in un villaggio della Galizia.
Fondato nel 1990 dalla stella del Bolshoij Nadjesda Pavlova, il Balletto di Mosca è diretto da Elik Melikov. E' una compagnia di giro con un repertorio che abbraccia i capolavori della danse d'école come la trilogia Cajkovskij (Il Lago dei Cigni, Lo Schiaccianoci, La Bella Addormentata), Giselle, Cenerentola, La Bayadère, Paquita, Don Chisciotte e Coppelia naturalmente. Elik Melikov ha colto al volo la riforma economica della Perestrojka di metà anni Novanta dell’allora presidente Mikhail Gorbaciov, ma già in coda agli anni Ottanta aveva fondato un laboratorio tutto suo per la confezione di costumi, scarpette da ballo, attrezzature, scenografie e decorazioni. L'imprenditore decideva quindi di uscire allo scoperto, ponendosi al timone della compagnia La Classique. Oltre che ardito è stato lungimirante, e tanto coraggio e capacità inventiva sono stati premiati. Visto che ora Melikov porta in giro la ormai solidissima compagnia in ogni angolo del mondo. Da segnalare la performance del Balletto di Mosca di Capodanno, sempre al Teatro Carcano, questa volta alle prese con un altro classico del calibro de «Il lago dei cigni» di Ciaikovskij. Si è trattato di un successo annunciato, accolto con grande favore dal pubblico della sala della Crocetta. Davvero interessante e particolare la storia del balletto, considerato a ragione uno dei grandi classici del repertorio storico. «Il lago dei cigni» fu rappresentato per la prima volta proprio al Teatro Bolshoi nel 1877, ma la coreaografia di Julius Wenzel Reisinger non fu giudicata all’altezza, nè della musica di Ciaikovskij nè dei tratti elegiaci richiesti dalla delicatezza della trama. Per assistere alla versione oggi considerata di assoluto riferimento, si dovette così attendere il 1895, grazie alla collaborazione tra il francese Marius Petipa, che firmò il primo e il terzo atto, e il russo Lev Ivonov, cui spettarono gli eterei «atti bianchi» (il secondo e il quarto).

Un diamante incastonato nel già preziosissimo lavoro dei due coreografi si deve alla ballerina milanese Pierina Legnani la quale, alla rinnovata «prima» del balletto presso il Teatro Marinskij di San Pietroburgo, diede sfoggio delle proprie abilità tecniche, introducendo nell’assolo di Odile, il cigno nero, i celeberrimi trentadue fouettées consecutivi.

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