La Corea del Nord? Il secondo Paese più felice al mondo

La tv di regime di Pyongyang trasmette una classifica degli Stati più felici: prima la Cina, seconda la Corea del Nord, terza Cuba. Gli Usa sono ultimi. È solo l'ultimo episodio di disinformazione in una dittatura talmente crudele e surreale da sembrare una caricatura

Esiste un Paese che è ormai la caricatura dei film comici sulla Guerra Fredda: il dittatore crudele ma naif, le panzane più colossali e surreali spacciate impunemente per verità, quel senso di armata Brancaleone a rendere quasi grottesche azioni da Terzo Reich. È la Corea del Nord di Kim Jong-Il (figlio del "Caro leader" Kim Il-Sung), dove non passa giorno senza che il regime inventi qualche fantasia talmente improbabile da sembrare finta. L'ultima impresa della propaganda nordcoreana è un sondaggio dal risultato clamoroso: la Corea del Nord è il secondo Paese più felice al mondo.
A darne notizia è stata la tv di Stato di Pyongyang, secondo la quale - davanti alla Corea del Nord - c'è soltanto la Cina, di fatto l'ultimo grande alleato rimasto. L'«indice di felicità» spacciato dall'emittente statale, degna eredità della Bulgaria anni Settanta, è sospettosamente «monocolore». Secondo quanto riporta oggi il quotidiano sudcoreano Chosun Ilbo, che cita un resoconto pubblicato dal sito web cinese Chaoxian.com.cn, la tv di regime ha inventato delle particolari categorie, che sarebbero state ricalcate su un'analoga iniziativa varata nei mesi scorsi da Pechino. La graduatoria restituisce uno scenario mondiale degno della miglior propaganda della Guerra Fredda: le nazioni più felici, sostiene la tv di Pyongyang, sono nell'ordine Cina e Corea del Nord, cui viene attribuito un punteggio rispettivamente di 100 (il punteggio massimo) e 98 punti, seguite a ruota da Cuba (93 punti), Iran (88) e Venezuela (85). Brutte notizie, invece, per le nazioni tradizionalmente invise al regime nordcoreano e origine della «contropropaganda»: l'indice di felicità si ferma ad appena tre punti per gli Stati Uniti, precipitati in 203esima e ultima posizione, e a 18 punti (152esima posizione) per i vicini della Corea del Sud.

Pazienza se il pil dei «cugini» di Seoul è venti volte superiore, se Amnesty International ha pubblicato un rapporto sulle condizioni «spaventose» degli oltre 200mila cittadini rinchiusi nei campi di rieducazione, se la povertà estrema è ormai la norma e perfino i calciatori della Nazionale sono stati messi ai lavori forzati dopo le sconfitte ai Mondiali. La Corea del Nord rimane un Paese idilliaco. E perfino in Cina scherzano sui blog: «Mandatemi negli Usa, voglio soffrire anche io».

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