Cornigliano Dove le ville prendono il posto delle acciaierie

Cornigliano volta pagina: dall'altoforno alle ville storiche ristrutturate per riappropriarsi a piccoli passi della sua passata nobiltà. Il recupero e la valorizzazione degli elementi architettonici di pregio di Villa Carbone in via Cervetto - costruita nel secolo XVII e appartenuta per secoli ai marchesi Carbone - e la conseguente divisione in appartamenti, sono dunque i temi che hanno guidato il progetto di ristrutturazione della villa stessa, che si articola complessivamente su cinque livelli, e porterà entro la fine di settembre alla realizzazione di ventuno appartamenti e 89 box interrati. La difficile riqualificazione di Cornigliano, che si trova a fare i conti con l'ingombrante eredità di ciminiere e capannoni, molti dei quali oramai in disuso, punta dunque a riacquistare una propria fisionomia e un nuovo equilibrio socio-urbanistico, anche attraverso interventi di questo genere.
«Nonostante il lungo periodo di abbandono e malgrado gli eventi bellici che hanno coinvolto la villa, minandone definitivamente la solidità strutturale - spiega Alessandro Magni amministratore, insieme a Giuseppe Pertignano della società “Villa Carbone srl”, proprietaria oggi della storica dimora -, restano ancora leggibili elementi che, necessariamente abbiamo salvaguardato e quindi conservato: la grande loggia angolare posta a sud est del piano nobile, i prospetti sud, est e ovest, e tutto ciò che resta intatto della bella torretta, tipico elemento di villa d'epoca. Particolare cura è stata posta, inoltre, nel consolidamento di tutte le parti dell'edificio , rispettando tutti gli elementi decorativi, gli stucchi e le modanature».
L'uso di materiali e di tecnologie tradizionali, «restituiscono» così Villa Carbone con tutte le comodità, le dotazioni di sicurezza, gli impianti certificati e confort moderni. Il progetto di riqualificazione - la cui progettazione è stata affidata allo studio Apice Architetti Associati di Genova -, ha puntato inoltre al riordino delle aree verdi, attraverso una ricostruzione dell'ambiente originario del periodo «d'oro» della villa: gli interventi riguardano infatti l'area agricola a monte della villa; il cortile murato o delle magnolie; l'aiuola della vasca ottagonale e delle palme; il cortile d'ingresso; la terrazza principale o degli agrumi e la zona a valle della villa. E tra gli abitanti di via Cervetto e dell'intera delegazione, la soddisfazione è tanta; perché riqualificare Villa Carbone significa per tanti: «riqualificare il territorio di Cornigliano con le sue cinquanta ville appartenute a nobili che soggiornavano nel borgo, comprese quelle di Coronata». Così come dichiara Rolando Vanni residente in zona: «Villa Carbone era ridotta in macerie. Abbandonata, e nel degrado più assoluto. Non era di certo uno spettacolo edificante. Il verde intorno neanche a parlarne, soltanto una boscaglia incolta. Durante la guerra, i bombardamenti l'avevano miseramente ridotta in rovina. E interventi non ce ne erano più stati. Vederla rinascere, fa bene al cuore e agli occhi; perché pensarla oggi come struttura con appartamenti di lusso in vendita, attribuisce valore aggiunto alla nostra zona. In una posizione collinare dominante, visibile da diverse angolazioni con il suo nuovo tetto in ardesia, le antiche mura appena ridipinte e il viale d'accesso risistemato nei suoi tratti originali, sono sintomo di riqualificazione e rinascita, e rispetto per chi, qui, ci vive».
«Tutto questo premia inoltre, quanti hanno voluto investire e scommettere in quest'area, restituendole dignità, a testimonianza di un passato glorioso, che non vuole e non deve morire» conclude Vanni. «E in effetti è una bella soddisfazione per tutti. Erano in piedi soltanto i muri perimetrali e la loggia quando abbiamo iniziato i lavori - precisa ancora l'amministratore Magni -. È stato un lavoro complesso.

Si è trattato di costruire un nuovo edificio all'interno di una struttura datata XVII secolo. Non è stato facile, ma alla fine abbiamo ricevuto i complimenti delle Belle Arti che ci ha chiesto, visto il lavoro svolto, di investire in riqualificazione, anche in altre strutture storiche della zona».

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