«Aaa vetrinista cercasi». Con annunci di questo tipo, pubblicati su diverse riviste, lasciavano credere che la «domanda» fosse in crescita. E, nelle stesse riviste, comparivano anche annunci che sponsorizzavano corsi di specializzazione alla professione, al costo di 2mila euro. Tutto falso.
Per questo, G.P. e M.A. sono stati condannati a sei anni e un mese di reclusione, per i reati di associazione per delinquere finalizzata alla truffa continuata e aggravata e concorso in falsità in scrittura privata continuata.
Quarantaquattro le persone truffate, per un totale di oltre 112mila euro versati dalle vittime del raggiro sotto forma di cambiali in bianco. I fatti contestati dal pm Antonio Lamanna risalgono al luglio 2001 e sono proseguiti fino allaprile seguente. In base allaccusa gli imputati hanno fondato la società per poi pubblicizzare i corsi per diventare vetrinisti, prospettando ai clienti un lavoro sicuro al termine dei tirocini presso alcuni esercizi commerciali.
Per spingere i futuri allievi a iscriversi nelle scuole di Milano, Genova e Padova, i soci hanno pubblicato inserzioni fittizie a pagamento su alcuni quotidiani e periodici, qualificandosi come gestori di negozi che cercavano personale per allestire le vetrine. In questo modo, i clienti sono stati indotti a credere che lofferta di lavoro fosse alta, per chi avesse seguito un corso adeguato.
Ciascuna delle parti lese, che solo a Milano sono 44 e delle quali 15 si sono costituite parte civile, ha pagato alla scuola di viale Romagna 46 tredici cambiali. Ogni cambiale era sottoscritta per 196 euro. Laggravante contestata agli imputati da Lamanna è quella di aver perpetuato la truffa ai danni di persone che avevano urgente bisogno di lavorare.
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