Corte costituzionale: legittimo impedimento oggi l'attesa sentenza

Prima della sentenza il via libera al referendum promosso da Di Pietro. Ma la consultazione potrebbe saltare se oggi la legge verrà bocciata dalla Consulta

Corte costituzionale: 
legittimo impedimento
 
oggi l'attesa sentenza

Roma - La Consulta dice sì al referendum sul legittimo impedimento proprio il giorno prima di pronunciarsi sulla costituzionalità della legge. L’ingorgo era previsto, ma non sembra per questo meno paradossale.
Il doppio slittamento della decisione dei giudici costituzionali sullo scudo processuale per il premier e i ministri l’ha fatta accavallare a quella sull’ammissibilità dei quesiti referendari, proposti dall’Italia dei valori, per abrogare la legge.

Così, mentre tutti aspettano di sapere se la Consulta promuoverà, boccerà, correggerà o amputerà il legittimo impedimento, si assicura sulla sua strada la tagliola ideata da Antonio Di Pietro e dai suoi. E questi annuncia: «Se pure la Consulta dovesse salvare solo una virgola della legge, il referendum si farà comunque. Si avvicina per Berlusconi la resa dei conti con la giustizia».

Le cose in realtà stanno così. Se oggi la Corte boccerà del tutto il provvedimento che influisce sui tre processi di Berlusconi (Mills, Mediaset e Mediatrade) salterà anche la consultazione popolare. Ma questo sarà l’unico caso, perché il referendum rimarrà in piedi sia in caso di una sentenza interpretativa di rigetto, sia di un verdetto di inammissibilità o infondatezza dei tre ricorsi. Se, invece, la Consulta boccerà lo scudo solo in parte l’Ufficio centrale della Cassazione, composto dai tre presidenti di sezione più anziani della Corte, dovrà valutare se si tratta ancora della stessa legge per la quale è stato proposto il quesito.

In questo caso potrebbe nascere un «pasticcio», avverte Alessandro Pace, legale del Comitato per il referendum sul legittimo impedimento. Il costituzionalista ritiene che se la Consulta non dovesse bocciare totalmente lo scudo che tiene lontano almeno fino all’ottobre prossimo il premier dalle aule di giustizia, c’è il rischio che il referendum, pur dichiarato ammissibile, non si tenga.
«Questo - dice Pace - lo deciderà la Cassazione, ma se dovesse dire no al referendum il comitato potrebbe sollevare conflitto davanti alla Consulta. Tutto questo creerebbe un clima di tensione».

In tutto erano sei le richieste refendarie sottoposte all’Alta Corte e ieri sono arrivati quattro sì e due no. Oltre a quello sul legittimo impedimento, sono stati dichiarati ammissibili due quesiti sulla privatizzazione dell’acqua e uno sul nucleare. Quelli respinti sono, invece, altri due referendum sulla gestione pubblica dei servizi idrici, uno dei quali proposto dall’Idv.

Fuori dal Palazzo della Consulta esulta il presidio dell’antigovernativo «popolo viola». E i Verdi si preparano a dar man forte all’Idv.

Mentre il Pdl aspetta la sentenza di oggi, quella davvero importante. «Prendiamo atto della decisione della Consulta - dice Maurizio Gasparri - e siamo pronti ad affrontare con serenità il confronto politico e quello referendario».

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