«Così abbiamo reinventato I Promessi sposi di Testori»

Un percorso di crescita artistica attraverso la scrittura di grandi autori, per poi approdare alla poesia di un gigante della drammaturgia del Novecento; così la coppia Sandro Lombardi-Federico Tiezzi, in occasione del 150 Anniversario dell'Unità d'Italia sbarca martedì 26 (fino al 14 novembre) sulla scena del Teatro Grassi, in prima nazionale, con «I promessi sposi alla prova», una riscrittura del capolavoro manzoniano firmata da Giovanni Testori. Mai incerte, sempre incisive e applaudite, di grande spessore artistico e di efficacia teatrale; le tappe testoriane che la compagnia Sandro Lombardi ha portato sui palcoscenici di tutta Italia dal '94 sono culminate in questa operazione ambiziosa. «Non è stato semplice - spiega Sandro Lombardi che, oltre a vestire sulla scena i panni del Maestro, interpreta Don Abbondio, l'Innominato e San Cristoforo -. Lavorando con Federico Tiezzi che ha firmato poi la regia della messinscena, abbiamo rispettato la parola testoriana, pur riducendo e sintetizzando l'opera; non sarebbero bastate due serate per la rappresentazione dell'intera opera». Due ore e mezza di spettacolo vivo, ritmato, più spedito, pregno di significati, d'amore per la città dell'autore, ricco di storia passata e anche di presente, di quell'oggi quando non è più la peste a mietere vittime, bensì mille altre malattie. Una compagnia improbabile di attori scalcagnati, cerca di portare in scena «I Promessi sposi»; numerose sono le difficoltà affrontate dal gruppo di teatranti: da quelle economiche, a quelle di integrazione fra i giovani che cercano di migliorare la loro arte e le intemperanze dei cosiddetti «anziani». «Quello che più mi ha commosso di questo lavoro, andando a colpire il mio animo, è stata l'inequivocabile dichiarazione d'amore sconfinato per Milano, città natale di Testori. La litania finale ne è l'epilogo poetico, la città amata dell'autore, la sua Milano sconfitta, ma sempre incitata e sollecitata a riprendersi e a non rassegnarsi».

Se Manzoni aveva dipinto la realtà del tempo, raccontando i suoi «anni tribolatissimi» e Testori aveva filtrato col suo sguardo moderno il capolavoro, Tiezzi sfutta l'opera per rendere omaggio all'intero Paese, raccontando del degrado, dell'omologazione del pensiero, dei drammi sociali e delle malattie, rispettando le incursioni testoriane che spiegano l'autore, la sua vita, le sue passioni umane e culturali, i suoi amori. Teatro nel teatro, di pirandelliana ispirazione, «I promessi sposi alla prova» hanno permesso a Sandro Lombardi di varcare la soglia di una maturità artistica e umana, custode di un'importante ricchezza.

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