Tuttintorno una confusione assoluta, scene di panico e di violenza. Ma lei non si è fatta distrarre un secondo. Missione: salvare quei ragazzi incastrati tra le lamiere. Elena Costantini, anestesista rianimatrice al Sacco, era a bordo dellauto medica intervenuta in via Barzaghi.
Dottoressa, come ha potuto operare tra insulti e sprangate?
«Se devo essere sincera, non mi sono accorta di nulla. Sentivo le urla, lagitazione di tutti. Ma ero concentrata sui ragazzi da soccorrere».
E non ha visto che stavano pure per rubare unambulanza?
«No, ma so che a badare i mezzi ci sono i miei colleghi. Ho visto arrivare le forze dellordine e non mi sono più preoccupata di quello che succedeva attorno».
Situazione difficile per lavorare, vero?
«Molto. Capita spesso che la gente si agiti oltre modo e la tensione spesso è altissima».
Ma lei ha imparato a mantenere i nervi saldi?
«Per forza. Allinizio ho soccorso un ragazzino incastrato allinterno dellauto. Lho assistito finché non sono arrivati i pompieri».
Poi è intervenuta sullaltro giovane.
«Sì. Sembrava stabile ma è peggiorato di colpo ed è stato necessario un drenaggio toracico sul posto per tenerlo in vita».
I tabulati dicono che non ci sono stati ritardi.
«Abbiamo analizzato le dinamiche dei soccorsi: tutto è andato come doveva».
Cosa pensa delle scorta per le ambulanze?
«Bene, noi medici non possiamo gestire lordine pubblico. Così potremo lavorare meglio».
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