E Milano? – mi si chiede -. Milano lavora già per il 2016, forte della consapevolezza di tutto quello che Expo ha già iniziato a dare alla città e della grande eredità che lascerà dopo i 6 mesi di Esposizione. Quella che a una lettura superficiale può sembrare «generosità» in realtà è lo sviluppo di una città globale (come anche ieri è stato discusso nell'autorevole Forum di Cernobbio, confrontando le esperienze di Parigi, Boston, Madrid e Milano). È uno sviluppo della Città e del suo territorio che sta avvenendo su alcuni «capitoli» inmodoparticolare, ma prima di ricordarli è giusto fare una premessa.
Ricordo che la scelta di candidare Milano per l'Expo del 2015 discende direttamente da unachiara e precisa politica di posizionamento strategico della nostra Città, che ha individuato in questo «evento simbolo» un'opportunità straordinaria per valorizzare e sviluppare alcuni dei nostri principali fattori di crescita ed eccellenza. Partiamo dalla Fiera di Rho-Pero, e dal sito espositivo dove si realizzeranno i padiglioni espositivi. Si tratta di un'area che grazie ad Expo,comeha riconosciuto il Nobel Al Gore, diventeràunmodello di riferimento dal punto di vista della ecosostenibilità. Un quartiere a «impatto zero», dove ci si muoveràsolo con mezzi pubblici ibridi o elettrici, dove si userannoenergie pulite e dove, grazie anche alla scelta di adeguati materiali nella costruzione degli edifici, si riuscirà a fare una eccezionale opera di contenimento ed efficienza energetici. Un quartiere che lascerà in eredità il più grande parco pubblico a Nord di Milano, destinando a verde metà del milione e cinquecentomila metri quadri che saranno occupati dall'Esposizione, e che dopo l'Expo lascerà spazi alla comunità dei creativi e dei giovani artisti, a laboratori e centri di sperimentazione, realizzando anche una nuovaserie di alloggi per studenti di cui le università milanesihannocosì bisogno.Aquesti si aggiungeranno 70mila nuovi posti di lavoro che, tra occupazione diretta e indiretta, saranno creati nei 5 anni precedenti l'evento.
La stima di 70mila nuovi posti (del tutto prudenziale) riguarda unicamente la realizzazione dell'evento, ma Expo rappresenta un'opportunità anche per i nostri giovani che qui troveranno un polo di formazione qualificata collegata direttamente ai temi centrali dell'Expo - alimentazione, agricoltura e veterinaria, tutela ambientale, salute, energia – oltre a percorsi formativi nel campodella comunicazione pubblica, dell'organizzazione e gestione di eventi offerti attraverso il Centro per lo Sviluppo Sostenibile. Un terzo ambito è quello dei collegamenti, delle infrastrutture e delle opere di accessibilità al Polo esterno della Fiera e, più in generale, della mobilità attorno a Milano e in Lombardia. Perché è grazie ad Expo che finalmente si sono potuti raccogliere i finanziamenti pubblici e privati (nell'insieme si tratta di 14 miliardi di euro) e soprattutto la volontà politica condivisa per realizzare in tempi certi opere che il nostro territorio aspetta da troppo tempo. Dopo 20 anni di stasi finalmente grazie ad Expoabbiamoavviato la realizzazione di 3 nuove metropolitane e il prolungamento di quelle esistenti. Sempre grazie ad Expo andremo a completare i collegame
nti stradali e ferroviari con l'area della Fiera, i collegamenti di servizio per Malpensa. Un beneficio speciale da Expo lo sta già ricevendo la Fiera, che ha cominciato a veder crescere il proprio titolo in modo consistente dal giorno dopo l'assegnazione dell'Expo, e che grazie aquesto ha avviato collaborazioni importanti come quella che le farà aprire una sede a Dubai. Questa «capitalizzazione» della Fiera consente poi alla principale «vetrina» delle nostre imprese e del Made in Milano di fare nuovi investimenti come quelli già attivati.
A beneficio del Polo fieristico e della città andranno anche le realizzazioni infrastrutturali «esterne» come Pedemontana, Brebemi e Tem,per i quali Expo costituisce finalmente un traguardo chiaro e misurabile, che brucia anni d'immobilismo edi rinvii, e cheimpegnaamministratori pubblici e imprese per unobiettivo comune altrimenti destinato a rimanere nel libro dei desideri.
Collegate allo sviluppo infrastrutturale ci sono poi le vie d'acqua e i Raggi Verdi. Si tratta di linee di collegamento tra la città e l'Expo che permetteranno di riqualificare in modo formidabile uno dei segni distintivi di Milano – il patrimonio leonardesco dei canali – arricchendo positivamente la dimensione della qualità della vita in particolare per chi usa la bicicletta. Legata alla sfera dei servizi alla persona e alle imprese è anche un'altra eredità di Expo, particolarmente proiettata al futuro. Mi riferisco alla piattaforma digitale che servirà i milioni di visitatori previsti per l'Esposizione e che, successivamente, offrirà una rete di accesso ai servizi multimediali collegando ancora meglio Milano con il resto del mondo.
Nel collegare Milanocon il mondo, Expo sta anche moltiplicando le occasioni culturali, come sono, ad esempio le collaborazioni della Triennale con diversi Paesi (in Cina, Corea, Giappone), che aprendo nuovi spazi portano poi visitatori nella nostra Città. Ricordo, infatti, che solo nell'ultimo anno, in netta controtendenza con quanto avviene a livello nazionale, a Milano abbiamo registrato un +10% di turisti, seguendo la crescita che dai 7 milioni di visitatori del 2000 ci ha portati agli 11 milioni di turisti nel 2007. Da ricordare, in questo ambito, la ricerca condotta dalla nostra Camera di Commercio per la qualeExpo2015 porterà alle imprese un fatturato intorno ai 44miliardi di euro, che significa un incremento medio del giro d'affari di circa il 10%.
A beneficiare maggiormente dell'evento lungo tutti e 7 gli anni che ci separano al 2015 sarà principalmente il settore alberghiero e turistico, conunincremento previsto attorno al 25%, seguito da quello immobiliare con il più15,1% mentre il comparto del commercio si aspetta un aumento del fatturato di 14,5 miliardi. Secondo le stime della Camera di Commercio di Monza-Brianza, l'effetto positivo sul nostro turismo si allargherà anche ad altre città d'Italia – tra cui Roma (che si stima raggiungerà un indotto di 540 milioni di euro), Venezia (421), Firenze (223) e Napoli (114). Oltre alle iniziative culturali, come ad esempio, l'impegno messo per realizzare luoghi come il Museo del Design, il Museo della Fotografia, quello del ’900 (che verranno inaugurati prossimamente), Expo sta contribuendo a mettere in moto o ad accelerare anche iniziative nel campo della comunicazione. Se da un lato Sky, anche in vista di Expo, ha già investito su Milano per realizzare nel quartiere di Santa Giulia il suo nuovo quartier generale (realizzando così il secondo polo televisivo europeo che porta a Milano oltre 2mila posti di lavoro), dal canto suo la Rai ha deciso di legarsi all'Expo trasferendo un importante centro di produzione e informazione, nella prospettiva di trasferire addirittura una delle Reti.
Per finire non mi sembra il caso di citare tutti i «frutti» che sta portando il rafforzamentodei rapporti economici con i Paesi che si sono coinvolti con noi attraverso Expo... Penso, ad esempio, alle opportunità (mai esplorate fino ad oggi) che si stanno concretizzando per le nostre aziende tessili con la Mongolia, un Paese notoriamente ricco di fibre naturali. In Gabon, uno dei Paesi africani tra i maggiori produttori al mondo di legno ma privo di industrie di trasformazione, abbiamo fatto da apripista alle aziende mobiliere (di cui il nostro territorio certo non manca). La Costa d'Avorio ha manifestato un interesse concreto ad utilizzare nel suo sistema di trasporti la tecnologia dellametropolitana di Milano. I Paesi Caraibici hanno chiesto contatti con imprese di costruzioni e sviluppatori immobiliari, quelli del Maghreb guardano alle imprese di costruzione e al modello delle utilities. Con il Canada stiamo lavorando in modo particolare nel settore delle biotecnologie.
Ma Milano non è solo Expo. Senza dettagliare investimenti e senza dilungarmi sull'aumento dei servizi e la diminuzione delle tasse ricordo da ultimo che a Milano abbiamo investito su mobilità, trasporto pubblico, verde, ricerca e innovazione, housing, cultura (800 milioni nel 2007 e già 530 nel 2008). Così come abbiamo approvato un piano industriale Sea di 1,4 miliardi in una prospettiva che arriva appunto al 2016.
Non è un caso, allora, che anche per tutti questi fattori nel 2008 Milano abbia scalato 5 posizioni nel World Wide Index, posizionandosi al 20 posto sulle 75 città più competitive del mondo. Così come non è un caso che Milano abbia vinto l'Expo.* Sindaco di Milano e Commissario Straordinario Delegato del governo per l'Expo 2015
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