Così la ’ndrangheta puntava a prendersi i cantieri di XXV aprile

Un progetto ambizioso. Creare un cartello di imprese per aggiudicarsi «qualsiasi tipo di appalto». Dare vita a un colosso delle costruzioni attravrso la fusione tra il gruppo Rebai, la Angelo Cega spa, il gruppo Fondamenta srl e ovviamente la Perego. Ne parlano al telefono Salvatore Strangio e Andrea Pavone, il volto pulito del gruppo, l’interfaccia tra le cosche e il mondo delle imprese. «Abbiamo tutto per fare qualsiasi tipo di appalto. Cento milioni di fatturato!». Il progetto poi sfuma. Ma lo schema delle cosche è sempre lo stesso. Acquisire le società sull’orlo del fallimento, e subentrare negli appalti. E così le cosche, secondo un’informatica della Dia, mostrano grande interesse «per l’appalto affidato alla “Progetto XXV Aprile Spa” per la travagliata costruzione dei parcheggi».


Ieri, infine, sono iniziati gli interrogatori degli arrestati. «Non sapevo di essere uno strumento dei calabresi», ha detto al giudice Andrea Pavone, il volto «pulito» delle cosche. Più di tre ore, poi, è stato sentito Carlo Antonio Chiriaco, direttore della Asl di Pavia.

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