Il mercato dei diplomi e le connivenze milanesi. «Ci sono decine di corsi in città e in provincia che alimentano questo traffico denuncia Attilia Ferrari, la responsabile dellIstituto Milano che ha sollevato il problema - Definirle scuole è un insulto: spesso sono organizzazioni sistemate in qualche locale, che promettono la preparazione agli esami e che si preoccupano soprattutto di trovare una sede compiacente. Al Sud queste sedi proliferano sempre più. Si fanno vive dicendosi disponibili ad accogliere iscrizioni. Ho ricevuto anchio di queste offerte: con la promessa che per ogni alunno che avrei mandato, avrei incassato metà della tassa di iscrizione. Offerte che ho cestinato, perché mi fa schifo che ci siano ragazzi che si impegnano per conquistarsi un titolo di studio e chi invece se la cava pagandosi il diploma. Ci sono scuole che campano su questi intrallazzi guadagnano un sacco di soldi sulla pelle di ragazzi che non sanno come cavarsela negli studi».
Un fenomeno mai estinto, talora sommerso. Un fenomeno difficile da contrastare perché aprire queste attività non comporta nessuna autorizzazione ministeriale. Gli unici controlli necessari sarebbero quelli delle Asl per la verifica delle condizioni igienico sanitari di sicurezza di questa ambienti, ma si tratta di realtà che sfuggono anche a questi controlli. «Davvero la preparazione degli studenti non conta nulla per queste organizzazioni continua la Ferrari . Il loro mestiere è quello di organizzare la presenza dei loro clienti al momento dellesame nella sede giusta. Pensano loro a costruire tutte le carte sul piano formale, a trovare un canone daffitto in base al quale possa risultare che il candidato vive nella località dove si svolgeranno le prove, a organizzare le trasferte e i soggiorni. Insomma basta pagare, non per imparare, ma per avere a tutti i costi un pezzo di carta.
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