«Così rilancerò la cultura in Lombardia»

Primo comandamento ottimizzare, secondo investire. Anche se da sei mesi è assessore alla Cultura del Pirellone («quattro, se togliamo le ferie e altri stop»), Massimo Buscemi non dimentica la sua estrazione di uomo di marketing cresciuto alla Bocconi. Men che meno oggi, col clima di tagli che si respira e che nel 2011 colpirà la Regione con un maglio da 700 milioni su 4.500 di bilancio. Ma una cosa è certa, ai suoi progetti non rinuncia e neppure ai sogni. «Per me ottimizzare è stato anzitutto intervenire sui finanziamenti a fondazioni e associazioni, evitando finanziamenti a pioggia. Su 300 progetti già presentati ne ho approvati solo 44 su cui saranno concentrati maggiori risorse».
In base a quale criterio ha scelto chi finanziare e chi no?
«Secondo un criterio di internazionalità, così come impone l’Expo che è ormai alle porte. Ovvero premiando quelle eccellenze che sono in grado di attirare personaggi e pubblico straniero, come nel caso del Festival della Letteratura a Mantova, il Festival della Liuteria di Cremona, o la Filarmonica di Milano».
Il suo predecessore, Zanello, puntava molto anche sui giovani e sui linguaggi contemporanei...
«Una strategia che non intendo smentire e a questo proposito approfitto per anticipare un grande progetto che svilupperò con Triennale proprio sulle arti contemporanee. Sarà un progetto articolato che punta alla formazione e alla valorizzazione dei nuovi talenti dell’arte, anche quelli sconosciuti».
Intanto sta lavorando alacremente al 150° dell’Unità d’Italia. Che cosa ha in mente?
«È un anniversario che, per la cultura lombarda, riveste un’importanza enorme e lo spiegherò anche agli amici della Lega. Durante il Risorgimento la Lombardia ebbe un ruolo strategico non soltanto in battaglia (una delle imbarcazioni garibaldine si chiamava “Lombardia“), ma anche nel forte sostegno economico dato dalle famiglie borghesi ai moti e alla spedizione dei Mille. Per il prossimo anno ho organizzato una lunga serie di eventi e convegni che abbracceranno 20 comuni storici, da Magenta a Solferino. Poi coinvolgerò le scuole: i nostri giovani devono capire che i loro coetanei di 150 anni fa discutevano, viaggiavano e rischiavano la vita per un’ideale di unità nazionale».
Da venerdì a domenica lancerà la manifestazione «Fai il pieno di cultura». Di che si tratta?
«Rispetto alle eccellenze internazionali di cui sopra, questa sarà una grande manifestazione più local e che si svolgerà in tutte le province per avvicinare i cittadini lombardi alle diverse forme di arte e spettacolo, dal teatro ai giochi, dalla musica alle biblioteche aperte fino a tardi».


Quest’estate la Regione ha acquistato per 350mila euro la «Via Crucis» di Lucio Fontana. Era una spesa necessaria?
«Anche in tempi di crisi, non bisogna rinunciare ad investire in cultura. E poi quell’opera straordinaria, ora visibile al Diocesano, è stata un affare».

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