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"Così il talento pittorico di Emilio Isgrò ricorda il mondo di mio padre Ennio"

In mostra a Banca Mediolanum un tributo al fondatore. Parla Sara Doris

"Così il talento pittorico di Emilio Isgrò ricorda il mondo di mio padre Ennio"
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Si chiama Il mondo di Ennio ed è l'opera realizzata dal maestro Emilio Isgrò che è stata commissionata da Banca Mediolanum per rappresentare la vita, i valori le imprese del fondatore dell'istituto, Ennio Doris. Si inspira alla canzone Il mondo di Jimmy Fontana, molto amata dallo stesso Doris perché ne condivideva il senso di armonia, positività e apertura verso gli altri. "Sarà esposta al quartiere generale di Banca Mediolanum, a Milano 3, dove trova ora la sua collocazione definitiva e il suo naturale spazio espositivo all'interno dell'Auditorium Ennio Doris, inaugurato di recente", spiega la vicepresidente di Banca Mediolanum, Sara Doris.

Quale è il valore che meglio rappresenta l'eredità morale di suo padre e che l'opera riesce a restituire?

"Mio padre aveva un rapporto molto profondo con la bellezza, ma non la intendeva come qualcosa di decorativo. Per lui il bello era ciò che migliora la vita: un paesaggio, un gesto gentile, una parola giusta. Credo che l'arte, come la musica, gli piacesse proprio per questo: perché sapeva toccare l'anima delle persone. In quest'opera rivedo quella sua capacità di unire linguaggi diversi musica, parole, visione, gesti quotidiani, in un'unica emozione".

Sulla superficie dell'opera si muovono come una costellazione tante piccole api. Che significato ha questo elemento?

"Le api sono sono figure minute ma potenti, sono un segno di operosità instancabile, di forza collettiva che costruisce, trasforma e genera vita. Vi si riflette lo spirito di mio padre la dedizione quotidiana, la cura verso la comunità, la visione di un mondo da nutrire e far crescere. Un impegno che va oltre il singolo, diventando patrimonio condiviso. Se ci diamo da fare, laboriosamente, come le api, statisticamente qualcosa di buono ti arriverà. Se ce ne stiamo sul divano, non succede un bel niente. E poi le api fanno il miele, la parte dolce della vita. Mio papà diceva sempre che il buon Dio ci vuole felici".

Le cancellature sono un tratto distintivo di Isgrò, che nelle sue opere le usa non per distruggere ma per rivelare. In che modo crede che questo linguaggio artistico dialoghi con il mondo di Ennio?

"Quando abbiamo un problema o abbiamo bisogno di fare chiarezza, serve una scrematura delle cose meno importanti in quel momento, per andare alla radice. Bisogna avere una capacità di sintesi, cancellare per mettere un attimo da parte, per concentrarsi su ciò che può fare veramente la differenza. Mio papà era bravissimo nel farlo".

Banca Mediolanum è molto attiva nel mecenatismo. Siete anche tra i sostenitori del cosiddetto Patto di Brera"...

"Il direttore Angelo Crespi ha pensato e creato un circolo di mecenati tra aziende e singoli individui, che si impegnano a sostenere economicamente il progetto grande Brera, complice lo strumento dell'art bonus. E noi abbiamo subito aderito perché siamo tutti responsabili di ciò che ci è stato consegnato e dobbiamo portare questo patrimonio incredibile nel domani".

Se dovesse descrivere suo padre attraverso un'immagine?

"Il sole. Illuminava i luoghi in cui lavorava e quindi anche gli altri. La luce del sole illumina e scalda. Io continuo a sentire questo calore".

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