Cosa pensano i lettori

2 FASCISMO E ANTIFASCISMO

Quanto c’è di ideologico

nella scelta del sindaco?
Caro Massimiliano, occupandomi da anni di cultura mi sento obbligato ad intervenire sul tema inerente l'utilizzo dell'edificio che fino ad oggi ha ospitato il Mercato del pesce di Genova e che a breve sarà liberato. È noto che la Sindaco Marta Vincenzi spinge per insediare fra le nobili mura dell'edificio di piazza Cavour il centro sociale Buridda, ora allocato in via Bertani, in quella che fu la sede della facoltà di economia e commercio. Pochi sanno però che il bel palazzo della «Pescheria» (come chiamato in origine) rappresenta un esempio unico di architettura razionalista ad uso commerciale ed è di grande rilevanza storica. Edificato all'inizio degli anni '30 su progetto dell'architetto del comune Mario Braccialini, addensa molti segni tipici delle varie correnti estetiche dell'epoca: influssi decò s'intrecciano con reminiscenze futuriste, le finestre di taglio espressionista s'innestano nella massiccia costituzione dell'edificio, monumentale e fascistissima nell'aggetto. Destinata fin dal suo concepimento ad ospitare le attività del mercato ittico, la struttura subì la demolizione di una parte in occasione della costruzione dell'adiacente Soprelevata. Da quei tempi l'incuria ha lasciato nell'abbandono la splendida realizzazione architettonica sopravvissuta. Oggi, senza alcun riguardo per il valore storico e culturale, si propone di offrire l'edificio su un piatto d'argento al centro sociale menzionato. Ora, non ho nulla contro il Buridda se si mette in regola come si professa da tempo. Anzi, sono un fautore del dialogo con i ragazzi che lì dentro lavorano e sfogano un bisogno di aggregazione cui la municipalità non sa rispondere. Ma devono andare proprio in una struttura di pregio che da anni aspetta un rilancio e una valorizzazione? Quanto c'è di ideologico e fazioso nella proposta della Sindaco e quanto di obiettivo e realmente favorevole alla cittadinanza? Si trovi un'altra sede per il centro sociale e non si metta in pratica l'ennesimo scempio culturale. Il palazzo del Mercato del pesce deve accogliere fra le sue mura un'attività che nobiliti Genova e il quartiere del Molo. Il senatore Musso propone di realizzare al suo interno un museo dell'architettura: idea nobile e raffinata. Trovo però che l'utilizzo museale, per quanto curato e vivace, somigli sempre ad una mummificazione, una via di fuga dalla vitalità. La memoria è importante, siamo d'accordo, però chi di sole memorie si nutre finisce come Marcel Proust, chiuso nella propria soffitta a rimembrare. Genova negli ultimi decenni ha già intrapreso su sé stessa un notevole sforzo di reminiscenza, si è già ritrovata dal punto di vista del passato, molti musei sono stati riattivati, tanto materiale storico è stato offerto al pubblico. È giunto il tempo di guardare al domani e cominciare a destinare le nostre forze all'innovazione, alle professioni giovani: fra le tante possibili getto sul piatto una proposta sola per il futuro del Mercato del pesce: un campus permanente che offra robuste agevolazioni e fondi per le start up digitali innovative da tutta Europa. In totale apertura all'internazionalizzazione e al mondo della comunicazione. Noi genovesi siamo di fronte ad una decisione epocale: offrirci al mondo per rinascere giovani e turbolenti o chiuderci in noi stessi per invecchiare sereni. Scelte entrambe lecite, ma io voglio sorridere al futuro, per i miei figli, per la gloria della mia terra.
2 DIFENDO LA «PESCHERIA» MA...

Io che vivo a Castelletto prego

che mi tolgano di lì il Buridda
Caro Lussana, leggendo il Giornale ho letto con interesse la proposta di Musso di destinar il bellissimo palazzo sede del Mercato del Pesce a qualcosa che non sia un centro sociale autogestito. Un palazzo di tale pregio storico ed artistico deve esser valorizzato e non dato in gestione a persone di dubbia provenienza. Una cosa però mi preme da abitante di Castelletto: vi prego togliete da via Bertani il Buridda! Noi residenti rivogliamo una via pulita, ordinata e dove la legge sia quella dello Stato.

Non è possibile lasciar un immobile di pregio, di proprietà dell'università, in queste condizioni, con le facciate sporcate da graffiti, l'interno puntellato e pericolante, e il cortile intorno pieno di rifiuti! Sarà questo il futuro del mercato del pesce o di qualunque altro edificio dove si voglia metter quattro ragazzotti nullatenenti che vivono alle nostre spalle, con luce e gas pagati da noi stupidi contribuenti, vendendo birra senza licenza e organizzando manifestazioni come la festa del raccolto della marijuna? (Per loro questa è cultura!). Ancora una volta, grazie Sindaco, è questa la città che lei vuole? Abbia il buon senso di lasciar la sua poltrona a persone più capaci.
Erminio Ottone

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