Paolo Scotti
da Roma
«Cinquantanni fa il telespettatore si accontentava di fare ciao con la manina davanti alla telecamera. Poi ha cominciato a pronunciare qualche stentata parola. E ora, la tv, la vuole fare lui. Da solo». Il futuro della tv, questo sconosciuto: da sempre affascinato dai possibili sviluppi del mezzo che adora, Maurizio Costanzo ha voluto dedicare lannuale convegno che promuove nelle vesti di direttore del Laboratorio di comunicazione e nuovi contenuti Rti (già il settimo della serie) a I prossimi cinquantanni della televisione. Unanalisi, tenuta ieri a Roma da lui e dai principali rappresentanti dei nuovi mezzi di comunicazione televisiva, da cui è emersa soprattutto una realtà: «La tv sta cambiando molto in fretta. E bisogna prepararsi fin dora alle conseguenze di questo cambiamento. Con buona pace di quelli che io chiamo i prigionieri del sogno, cioè gli irriducibili ancora legati all'idea monocratica della tv analogica, la comunicazione televisiva muterà totalmente». Nel 2008, calcola Costanzo, «gli over 65 supereranno di molto i ventenni. Lavanzamento tecnologico, impressionante già oggi, crescerà ulteriormente. Così cresceranno le tv interattive, quelle cioè che consentono un rapporto tra chi fa la televisione e chi la vede, e le immagini video dilagheranno ovunque. Anche sui cellulari». Personalmente Costanzo si sente pronto al cambiamento, ma inadatto: «Quando mi affacciavo appena al mondo della comunicazione sentivo quelli del cinema dire questa sciocchezza della tv non durerà. Oggi i prigionieri del sogno dicono lo stesso del digitale terrestre e della tv satellitare». E proprio a lui, che a mala pena riesce a mandare un sms, laltro giorno un esperto del settore ha chiesto: «Ce lha unidea per una fiction di un minuto da mandare sui cellulari?». «A questo punto abbiamo lobbligo di capire e studiare questi cambiamenti. Anche perché tutto è così in trasformazione, che non si riesce più nemmeno a comprendere per quale motivo un programma tv va bene oppure male».
È indubbio che i cambiamenti futuri influiranno notevolmente su tutti gli aspetti della produzione televisiva, «ad esempio sulla pubblicità - come ha fatto notare lamministratore delegato di Publitalia, Giuliano Adreani -. In questo campo la rivoluzione sarà addirittura copernicana. Il duopolio Rai-Mediaset ormai è morto e sepolto, stanno dilagando le tv satellitari, la Telecom ha tre televisioni, il gruppo Espresso ne ha una e si prevede che già per i prossimi campionati del mondo di calcio i telefonini potranno ricevere le prime immagini video». Di conseguenza, la pubblicità che fino al 2000 veniva concepita in forma soprattutto generalista, «ora dovrà mirare a target molto più selezionati. Considerando anche che la crisi dei consumi ha finito per diminuirne molto gli investimenti».
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