A distanza di meno di un mese da un identico episodio, una ragazza fuma una «canna» a scuola e si sente male. La studentessa finisce allospedale dove però le analisi escludono lassunzione di cannabinoidi. In entrambi i casi si sarebbe dunque trattato di semplice suggestione, a meno che non ci sia in giro una droga sconosciuta e non rintracciabile attraverso gli esami di routine.
Lallarme viene lanciato ieri in tarda mattinata, quando la preside dellistituto professionale Mazzini di Porta Vigentina chiama il commissariato Monforte Vittoria, per avvertire che una sua allieva del primo anno ha accusato un malore. La ragazza, sedicenne, durante lintervallo avrebbe fumato uno spinello di marijuana, come ha confessato piangendo lamico che glielha passato. La studentessa finisce alla clinica De Marchi, dove arriva in codice giallo: è vigile, semiconsciente ma non parla. Gli agenti si recano in istituto, sentono il ragazzo poi si recano in clinica dove però apprendono che la giovane non ha fumato marijuana, lo escludono tassativamente le analisi tossicologiche.
Un episodio fotocopia avvenne il 6 ottobre all'uscita dal Liceo artistico statale di Brera di via Hajech 27, dove un quattordicenne si sentì male dopo una «canna». Finì in stato confusionale al Fatebenefratelli dove, prima di qualsiasi terapia, venne sottoposto allesame delle urine. E anche in quelloccasione gli esami esclusero lassunzione di qualsiasi tipo di stupefacente.
Entrambi i ragazzi hanno dunque creduto di fumare cannabinoidi, mentre in realtà era solo tabacco, e la suggestione ha fatto il resto. Oppure cè in giro una nuova sostanza sconosciuta e invisibile alle analisi: ipotesi assai improbabile.
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