«Un crimine orrendo»

Roma. «Un crimine orrendo». Così il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano definisce, in una messaggio, l’assassinio di suor Leonella in Somalia. Il capo dello Stato sottolinea la missione umanitaria che svolgeva la religiosa come «una esemplare testimonianza di amore e di dedizione alla causa della solidarietà e della pace tra i popoli. «La notizia del barbaro assassinio di suor Leonella e della sua guardia del corpo », dice Napolitano - rappresenta un crimine orrendo. È stata colpita una donna che aveva dedicato la sua vita al servizio dei più deboli, dei più indifesi e dei più bisognosi, al di là di ogni distinzione etnica o religiosa».

«Preferiva rinunciare alle sue ferie per venire in Italia perché temeva poi di non ripartire», ricorda don Francesco Bonzanini, parroco nella frazione di Rezzanello a Gazzola, il paese d’origine della religiosa. Sergio Sgorbati, il cugino della suora, dice che «lei voleva rimanere sempre in Africa. Anche da anziana, quando molte sorelle tornano alla casa madre, lei diceva “No, io voglio rimanere in Africa”».

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