da Milano
A Nokia non basta avere il 38% di quota di mercato per macinare buoni utili. Il gigante mondiale dei telefoni cellulari in tre mesi ha venduto 117 milioni di pezzi ma ha visto gli utili calare del 30%. Crisi, forte concorrenza e prezzi in calo costante per i prodotti tecnologici hanno creato un mix che ha portato l’utile netto a 1,09 miliardi di euro (29 centesimi per azione) in netto calo dunque dagli 1,56 miliardi (40 centesimi per azione) dello stesso periodo dell’anno precedente. E i prezzi in discesa dei cellulari hanno fatto scendere anche il fatturato del 5,1% a 12,2 miliardi di euro un dato inferiore alle stime degli analisti che puntavano a 12,7 miliardi. Il risultato è stato un tonfo del titolo Nokia alla Borsa di Helsinki dove in apertura è precipitato del 13% per poi chiudere a meno 4%. Da inizio anno il bilancio è pesantemente negativo: anche Nokia come molti altri titoli ha lasciato sul terreno oltre il 50% del suo valore. Eppure il mercato dei cellulari è in ottima salute e anche quest’anno Nokia si attende una crescita a livello mondiale del numero di apparecchi venduti di oltre il 10% che porterà il totale a 1,2 miliardi di pezzi venduti. E se la società finlandese resta indubbiamente numero uno per i cellulari di basso costo, sulla fascia alta ha trovato concorrenti agguerriti come Blackberry e Samsung pronte a contendere il ricco mercato dei cosiddetti smartphone, ossia i telefonini di fascia alta che hanno funzioni sofisticate come quelli di un computer. In questo segmento si è infatti verificata una contrazione della quota di mercato passata al 35% dal 41 del secondo trimestre.
«La crisi finanziaria è una realtà che ha aggiunto incertezza e che certamente si vede nei numeri del terzo trimestre - ha detto l’amministratore delegato Olli-Pekka Kallasvuo -.
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