da Milano
Per i più severi è una sorta di sopravvissuta di altri tempi. Per tutti è il grande punto di domanda del mondo delle Popolari. Arca Sgr, società che distribuisce attraverso gli sportelli del credito mutualistico, con un patrimonio in fondi e sicav di 24,3 miliardi, è il sesto gruppo del risparmio gestito in Italia. Fino a un mese fa era il quinto. Poi la fusione tra Banca Lombarda e Popolari Unite ha permesso alla nuova Ubi Banca di schierare un patrimonio di 29,4 miliardi.
Dal primo luglio anche la posizione attuale sarà a rischio. In questo caso a incidere saranno le nozze tra Verona e Novara (con la sua Aletti Gestielle) e Popolare Italiana (Bipitalia Gestioni). In tutto un patrimonio di 23,64 miliardi, a un passo dalla società presieduta da Attilio Ferrari. Il fatto è che il mondo (compreso quello delle Popolari) cambia, ma gli equilibri societari di Arca restano precari.
Dopo le aggregazioni degli ultimi mesi il primo azionista,con il 28% e rotti del capitale, è il Banco Popolare (Verona, Novara e Lodi) che ha strappato lo scettro a Ubi Banca (26,7%). Seguono Popolare dellEmilia-Romagna (20,18%) e Popolare di Vicenza (10,92%). Il patto di sindacato triennale che governava la società con l87% dei voti (cerano dentro praticamente gli azionisti al completo, da Bper a Bpi, dalla Vicenza alla Sondrio, senza dimenticare le Popolari Unite), è scaduto ai primi di aprile e non risulta rinnovato.
Liberi tutti, dunque. Ma di fare che? Allapparenza la partita potrebbe giocarsi tra i soci maggiori (come detto Ubi Banca e Banco Popolare), ma sembra proprio che i vertici dei due istituti abbiano in questo momento cose più importanti da fare.
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