Crisi e accordi: tocca alla Regione salvare il futuro di 200 lavoratori

Poteva essere la grande occasione per adeguare alle esigenze della tecnologia avanzata le infrastrutture e le telecomunicazioni abruzzesi, ma così non è stato: nonostante l’impegno profuso anche nel campo della protezione civile, oggi Abruzzo Engineering, l’azienda partecipata dalla Regione Abruzzo (azionista di maggioranza con il 60%), dalla Selex di Finmeccanica (30%) e dalla Provincia dell’Aquila (10%), attraversa un momento difficile, e per i 200 dipendenti - tra i quali ci sono ingegneri, architetti, geologi, geometri - le prospettive occupazionali sono a dir poco preoccupanti.
La decisione sul futuro è rimandata all’assemblea dei soci che si terrà la prossima settimana, ma le speranze di una ripresa sono scarse, a meno che - affermano fonti di Abruzzo Engineering - la Regione non tenga fede al piano industriale, contenente buoni propositi di rilancio e investimenti, firmato nel 2009 dalla giunta presieduta da Gianni Chiodi, affidando quindi alla società le commesse dovute, che latitano però da due anni.
Nata dalla società privata Collabora Engineering, Abruzzo Engineering cambiò nome nel 2007, quando passò sotto il controllo pubblico (60 per cento Regione, 30 per cento Finmeccanica, 10 per cento Provincia): protezione civile, rischio sismico e ambiente i campi d’azione, con 200 lavoratori impegnati. Tra le realizzazioni più importanti, oltre al rapporto sul rischio sismico, la rete in fibra ottica in tutta la provincia dell’Aquila, che doveva essere completata in tutta la regione, facendola diventare la prima in Italia ad avere una infrastruttura di tale genere; una rete utilizzata durante il G8, ma da quel momento ignorata.
A frenare prima e soffocare poi la società abruzzese sono stati gli ostacoli burocratici e l’indagine sulle tangenti del post-terremoto, di cui un filone ha coinvolto Sabatino Stornelli, all’epoca amministratore delegato della Selex, la società di Finmeccanica che detiene il 30% delle azioni di Abruzzo Engineering e in quanto tale si è impegnata, ricordano le stesse fonti, a garantirne la sopravvivenza in assenza delle commesse regionali.
La preoccupazione più grande di Stornelli (oggi tornato in libertà, mentre l’inchiesta prosegue), è che si pensi che le sue attività abbiano sfruttato il terremoto, sottolineano ancora le fonti di Abruzzo Engineering, ricordando l’impegno profuso per la realizzazione degli interventi in occasione del G8 all’Aquila.


Intanto, i 200 dipendenti- che già da mesi sono sotto la scure della mobilità - aspettano: il loro destino è in mano alla Regione e al suo presidente Gianni Chiodi, che potrebbe essere disponibile a ridare ad Abruzzo Engineering la possibilità, oltre che di rientrare dai pesanti debiti, di svolgere il compito per cui è nata.

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