«La crisi georgiana ha visto l’Italia fare da mediatore»

da Mosca

Con due giorni di anticipo sulla scadenza prevista dal piano di pace europeo, Mosca ha concluso ieri il ritiro delle sue forze dalla zona di sicurezza intorno alle due regioni georgiane separatiste dell’Ossezia del Sud e dell’Abkhazia. Un ripiegamento confermato da Tbilisi e salutato con favore anche da Washington.
Per darne l’annuncio, il leader del Cremlino Dmitri Medvedev ha scelto il palcoscenico della conferenza sulla politica internazionale a Evian, in Francia, dove era atteso al varco dal presidente di turno della Ue, Nicolas Sarkozy. Il capo dell’Eliseo lo ha subito ringraziato di aver «tenuto fede» all’impegno del ritiro, che a suo avviso «apre la prospettiva» di una ripresa dei negoziati per l’accordo di partnership tra Mosca e Bruxelles. Sarkozy ha anche auspicato la presenza di tutte le parti alla prossima conferenza di Ginevra.
Sul Caucaso è intervenuto anche il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi che ha ricevuto ieri a Palazzo Chigi il Presidente ucraino Viktor Yuschenko.

Al centro del colloquio, le relazioni bilaterali tra i due Paesi ma anche i principali temi di attualità internazionale, con particolare riferimento, per l’appunto, alla crisi in Georgia. Berlusconi ha sottolineato il ruolo di «moderazione» esercitato dall’Italia nella vicenda. Il premier ha anche ribadito la simpatia con cui l’Italia considera l’aspirazione ucraina a un ingresso nella Nato.

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