La crisi vinta a colpi di «Maglia rosa»

Nella storia del Maglificio Santini di Lalio non c’è mai stata una crisi. Fondata 40 anni fa, oggi fattura 10 milioni di euro e occupa cento persone. Sfida a colpi di innovazione un settore in crisi, quello del tessile: «Il nostro campo è l'abbigliamento per il ciclismo, dove siamo tra i marchi leader grazie anche alle sponsorizzazioni di squadre di professionisti e del Giro d'Italia: la Maglia rosa è nostra», racconta Monica Santini, figlia del fondatore e impegnata lei stessa in azienda. «Siamo piccoli ma in realtà abbiamo i problemi delle multinazionali», racconta. Le esportazioni rappresentano il 70% dei ricavi: «Vendiamo ovunque, Europa, Stati Uniti, Giappone, Corea, Cina, Emirati arabi, Senegal. La nostra scelta di puntare sul livello medio alto, se non proprio alto, ha pagato. Il marchio è ben posizionato». Per sostenerlo la famiglia controlla anche due società di distribuzione in Francia e Germania. Una scelta che ha pagato: «Distribuire direttamente è stata una scelta giusta». Il prodotto è un misto di tecnologia e di moda «perché il ciclista, che può stare in bicicletta anche dieci ore di seguito, necessita di un prodotto di altissima qualità». I tessuti, che un tempo erano di lana, oggi sono tutti sintetici, con percentuali di elastomeri, poliammide, poliesteri.

Nel 2005 i ricavi sono cresciuti del 10% e il 100% dell'azienda è di proprietà della famiglia. La concorrenza è impegnativa: i produttori di abbigliamento per il ciclismo sono tanti. «Ma al nostro livello non più di cinque o sei al mondo».

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