«Stiamo già lavorando insieme. E insieme avremo la possibilità di costruire un progetto che darà lustro e porterà investimenti a Milano». Virgolettato sullExpo 2015 che Letizia Moratti non può però completare. Il pensiero del sindaco viene interrotto bruscamente da un gruppo di contestatori, giovani della sinistra radicale che innalzano uno striscione: «No Expo».
Striscione accompagnato da fischi e urla dei pasdaran dellimmobilismo, di quelli che nellExpo «non vedono unoccasione di sviluppo per un territorio ammalato, sfruttato e inquinato». Protesta sonora che irrompe nel dibattito alla Festa dellUnità tra il primo cittadino di Milano e il presidente della Provincia.
E proprio a Filippo Penati spetta lonore di replicare a quella pattuglia contestatrice formata da verdi, comunisti italiani e pure da qualche girotondino dessai. «Io vengo da una sinistra che voleva cambiare il mondo, che non aveva paura delle sfide. Non è nella storia della sinistra essere conservatrice, rinunciataria capace solo di dire no, non lo voglio perché già so che non va bene». Applausi dalla platea che affolla lo spazio coop della kermesse rossa.
Ma linquilino di via Vivaio non ha finito la sua lezione ai no global in salsa ambrosiana: «Expo 2015 sarà una grande occasione non solo per il nostro territorio ma anche per i Paesi in via di sviluppo. Le cose si possono fare bene o male. Una chiave inglese si può usare per aggiustare la macchina o per darla in testa allavversario. Come dire: tutto dipende dalluso che si fa». Metafora dove la chiave inglese è Expo 2015 ossia lo strumento, «quel grande evento bandiera di cui, parola dellOcse, Milano e lItalia hanno bisogno». Certezza di chi non vuole seguire né il popolo del «no expo» né quello dei «gufi» - «io guardo alle colombe» annota il sindaco - ma imitare Barcellona «riuscita con Expo a cambiare il suo volto e divenire punto di riferimento per i giovani di tuttEuropa, con 40mila italiani che vi studiano e vi lavorano».
Non cè opzione alternativa - «perché essere rinunciatari? perché dire che non saremo capaci di fare altrettanto?» chiosa Penati - e lo dimostra, rimarca Letizia Moratti, «la straordinaria collaborazione istituzionale»: «Da Giorgio Napolitano a Romano Prodi passando per i ministri Emma Bonino, Paolo De Castro impegnati in attività di promozione, con noi e autonomamente, per portare a casa il risultato».
«Risultato» aggiunge il sindaco di Milano che dà corpo e sostanza a grandi progetti, «logicamente ci possono essere delle sbavature».
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