Crollano le richieste di mutui ma l’immobiliare non frena

Stretta sui mutui? Un altro colpo alle finanze delle famiglie a causa del credit crunch? A leggere le rilevazioni Istat sull’andamento del mercato immobiliare nel 2011 la situazione sembrerebbe drammatica. Nel quarto trimestre dell’anno scorso il numero di mutui erogati è stato 144.709, in diminuzione del 31,3% rispetto periodo ottobre-dicembre 2010 (ribasso maggiore dal 1998). Nell’intero 2011 la flessione si è attestata al 14,3% su base tendenziale a quota 662mila. In particolare il calo è stato dell’8,4% per i mutui ipotecari (419mila) e del 22,9% per quelli senza costituzione di ipoteca (242mila). Rispetto al 2006, ultimo anno interamente al riparo dalla crisi globale, il numero di mutui è calato del 29 per cento.
Il tumulto degli spread e l’instabilità di fine 2011 hanno generato un risultato molto negativo per le erogazioni di questo tipo di finanziamenti. Eppure, a leggere le statistiche Istat, l’anno scorso il numero delle compravendite è rimasto sostanzialmente invariato (-0,1% a quota 816mila). Incrociando questi dati con quelli di Bankitalia rielaborati dall’Abi nel consueto outlook mensile emerge che gli impieghi alle famiglie per l’acquisto dell’abitazione a fine 2011 erano aumentati del 4,4% (dato comunque in frenata rispetto al +8,3% di fine 2010) avvicinandosi a quota 370 miliardi di euro.
I numeri sembrerebbero contraddirsi fra loro, soprattutto se si considera l’analisi effettuata dall’Abi assieme all’Agenzia del Territorio: nel 2011 il valore delle compravendite immobiliari è rimasta pressoché invariata su base annua (-0,4%) a quota 100 miliardi dei quali 25 relativi al mercato delle metropoli. Il 50% delle famiglie, infine, è in grado di sostenere la spesa per un mutuo.

La contraddizione è perciò solo apparente come ha ben spiegato l’ad di Unicredit Federico Ghizzoni: «In realtà le richieste stanno diminuendo rispetto al picco registrato tra 2010 e inizio 2011 perché le famiglie sono prudenti e il costo dei mutui è in aumento, ma ciò che si eroga copre o è di poco superiore ai finanziamenti in scadenza».

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